giovedì 23 aprile 2009

Flatland



"Ogni giorno mi stupisco sempre più di come certi "Enti o Strutture" si infiltrino nelle comune realtà di consenso veicolando nelle nostre menti rappresentazioni analogiche che suggeriscono un possibile, prossimo cambiamento di stato"

mercoledì 22 aprile 2009

Convergenze




Mi diverte quando l'Universo gioca con me, mi stupisce quando innamorato ammicca seduttivo dai bordi delle strade, quando un cartellone pubblicitario risponde a quesiti appena posti dalla mia mente bambina e insicura.
Che strano amante questo mondo che si manifesta sempre più plastico e disponibile con la mia immaginazione di cui non conosco la provenienza.
Veramente fino a pochi anni fa tutto sembrava così coerente e solidificato.
Le persone apparivano granitiche nelle loro personalità, tanto da poter essere giudicate e definite. La loro danza attorno alla mia figura si muoveva casuale e priva di scopo, quasi rispondessimo a musiche diverse, ognuno immerso in un proprio campo solipsistico seppure con preoccupazioni comuni.
C'erano leggi ferre e invalicabili e moltissimi misteri insondabili verso i quali era inutile porre domande; si aveva fiducia che la scienza avrebbe risposto ai quesiti insoluti ma veramente le domande che ponevamo non erano un gran che. Non che non fossero apparentemente le stesse di adesso e profonde nel loro argomentare, ma non avevano apertura né vigore. Sembravano poste superficialmente, quasi a coprire qualcos'altro.
Spesso, quasi sempre, erano domande che si attendevano una risposta definitiva che non sarebbe mai arrivata e adesso direi che è ora di smetterla di torturare con assoluti la realtà sognante di Dio.
Nonostante fossimo incuriositi, da altro che non fosse abitudine, scivolavamo presto nell'indifferenza appena qualcuno ci riportava nell'ovile dei pensieri già digeriti da altri e nell'ipnosi delle “cose concrete”.
Forse eravamo troppo pochi, allora, per ribellarci, per creare una costellazione che avesse la forza di andare avanti senza accumulare altri schemi o senza fuggire verso vuote illusioni di salvezza.
Non che miracoli e fatti singolari non avvenissero, ma semplicemente si era troppo concentrati a vivere credenze altrui e motivazioni ereditate per accorgersene con la dovuta frequenza.
Forse non c'era sufficiente disperazione né gravità interna per iniziare il processo di introiezione.
Le pulsioni ci spingevano e non le capivamo, semplicemente le travestivamo con ideali o giustificazioni con i quali mascherare per l'ennesima volta i nostri complessi e le nostre insufficienze. Non volevamo comprendere le motivazioni profonde dei nostri comportamenti, la vera genesi dei nostri conflitti.
Volevamo invece capirle razionalmente e intellettualmente, in maniera asettica, pronti a liberarcene indispettiti come di fronte a inopportuni patogeni. Eppure quei patogeni erano lì per noi, erano parte di noi e la malattia che ci proponevano dovevamo ingoiarcela fino in fondo; finchè non avessimo trovato una risposta creativa, una soluzione soltanto nostra e non semplicemente l'ennesimo concetto ingurgitato e mai assimilato.
E adesso che, dopo aver percorso con sincerità e audacia alcuni sentieri, così tanta oscurità si manifesta sfacciatamente nuda di fronte alle nostre individualità esploratrici, adesso che tutte le paure ci sono di fronte ad urlarci in faccia spigolose lastre di ghiaccio e rumorose schegge di vetro calpestato possiamo finalmente iniziare a respirare; possiamo cominciare a spazzolare via la fuliggine dal vestito e imparare a gustare con distacco un nuovo gioco, una nuova espressione della realtà. Possiamo anche non temere la morte perchè sentiamo che una pulizia profonda sta avvenendo e che non importa quanti attaccamenti ci verranno portati via dal momento che presagiamo che sempre ci verranno date nuove occasioni per crescere ed espanderci.

In questo nuovo gioco l'Universo risponde alle nostre Coscienze in maniera veloce e via via accelerata.
Non è un Universo che soddisfa i nostri desideri come alcuni hanno lasciato intendere.
E' un Universo che sostiene e appaga i nostri bisogni più profondi, quelli che sono in armonia con le nostre profondità.
E' un Universo che ci concede nuovi strumenti per capirci e liberarci ma che sta a noi saper afferrare e utilizzare senza imprigionarci per l'ennesima volta in un racconto utile a farci manipolare da qualcun'altro. E per far questo sembra che incominci a utilizzare tutti i suoi migliori giochi di prestigio, apparendo e scomparendo nelle nostre vite con sincronicità e convergenze inaspettate e vertiginose.
E' terribilmente divertente osservarlo all'opera mentre suggerisce informazioni o sentimenti che nel giro di poche ore vediamo riflesse quasi ovunque.
Non risponde alla facoltà del pensare come atto interpretativo e schematizzante, risponde alla folgorazione dell'intuizione, a presagi e sensazioni che senza preavviso ci entrano dentro. Sussurra e suggerisce nei sogni e nelle meditazioni nuove idee e visioni che trovano presto conferma in un video o un blog o in un articolo di scienza o nella chiamata di una persona che non sentivamo da molto tempo. Ti schiaffeggia con incontri casuali che hanno le risposte ai quesiti del momento.
Ti sorprende con scritte sui muri ai bordi delle strade che parlano del tuo futuro e dei tuoi amori, con pellicole che distrattamente hai scelto di guardare.
Crea, dal passato, autori sconosciuti incredibilmente moderni nelle loro riflessioni e ti sorprendi a chiedere perchè tutta quella conoscenza non ti era venuta incontro una decina d'anni prima; allora dubiti che siano veramente esistiti prima di oggi talmente è attuale e consonante con la tua vita presente il loro dire. E anche gli autori che avevi già conosciuto adesso dicono altre cose, rivelano profondità inaspettate che parlano proprio del tuo io presente.
Pensi che forse ti sei infilato in qualche strano corso della Storia dove i fatti e le persone appaiono e si trasformano coerentemente con il tuo nuovo sentire quasi ad aiutarti nella tua propria ricerca; o piuttosto improvvisamente ti accorgi, e come te inaspettatamente tanti altri, di quanto è sempre stato sotto il tuo naso, oppure che le nuove trame di cui ti sei intessuto nel tempo ti permettono adesso di offrire un valore aggiunto e un nuovo cuore capace di arricchire quanto forse inizialmente non era così brillante come adesso ti appare.
Ma è sempre bello sapere di muoversi con altri viaggiatori verso gli stessi cieli, non importa quando hanno iniziato ad esistere o, il che è lo stesso, quando dal nulla hanno iniziato ad apparire nel tuo campo esistenziale; l'importante è che abbiano una bella storia da raccontare e ci si possa fare l'occhiolino.

Forse un Universo così personalizzato ogni tanto ha un retrogusto solipsistico difficile da digerire. A volte fa paura pensare che stia diventando così duttile da aggiustarsi velocemente alle tue nuove misure come un vestito finalmente adatto che non ti accorgi quasi di portare.
Sembra quasi che abbia un appuntamento cronologicamente preparato per te, una scadenza segreta in cui molte cose si sgretoleranno e non sai ancora che cosa esattamente rimarrà quando attraverserai la soglia e tutto convergerà su di te.
Forse con un ultimo brivido di preoccupazione ti renderai conto di essere un'essenza sognante che ha sognato se stesso e tutto un teatro di personaggi.
Eppure la natura di colui che si preoccupa è solo un velo e accetti con un risata di essere uno e molti e non ti importa più della struttura ontologica degli altri; ti interessa solo sapere che ci siano, che ci si possa amare e creare insieme.

Questo universo sembra sempre più impegnato in tutti i modi possibili a farci sapere che siamo guidati e osservati ma che Lui non è un giudice ma piuttosto un insegnante e allenatore personale; perchè ogni bambino è diverso da tutti gli altri e le cure ai bisogni universali gli devono essere presentate in maniera assolutamente particolare.
E per questo utilizza numeri che ricorrono e suggestioni non dette e personali che riecheggiano su innumerevoli altre bocche.
E' il campo di Dio che per dirla le parole di Cusano è un cerchio che ha il suo centro in ogni dove e la circonferenza in nessun luogo.
Sa farsi amare e ti ricolma di magia quando riesci a uscire da certe sabbie mobili di dolore e angoscia dove ogni tanto vieni trascinato da memorie ancora non assimilate.
Forse è lui che ti ci immerge la testa perchè non ne hai ancora avuto abbastanza.
A volte sono estenuanti questi ricorrenti percorsi alteranti fra vallate di tenebre e crinali di luce; ma ogni volta la luce e la gioia perdurano un po' di più e l'inevitabile cono d'ombra diventa meno pesante e inaspettato.
Eppure quasi subito i piccoli sforzi contro il tedio e l'indolenza vengano ricompensati e apprezzati. Senti che qualcuno ti batte una mano sulla schiena: sei Tu stesso consapevole di aver lottato e fatto un ulteriore passo in avanti.

Oh devo ammettere che mi dà i brividi quando mi porta quelle dolcissime energie cristalline che si annunciano con brevi flash colorati ai bordi del campo visivo e poi, dopo pochi istanti, ti entrano dentro accendendo tutti i tuoi canali di acqua e fuoco.
O quando una musica qualsiasi piega il tuo corpo in uno spontaneo inchino mentre ti apre tutto e dici:” grazie e grazie; vorrei di più ma mi sembra già tanto anche così!”
Così sono avvolto e amato anche nelle mie solitudini e così vengo tentato per poi essere sollevato ogni volta.
E mi domando quando questo Universo smetterà di giocare a nascondino.
Perchè a volte, è insolente e mi illude nei miei desideri conducendomi per dolorosi sentieri che mi fanno scoprire tesori inaspettati che mi ripagano delle piaghe e delle escoriazioni.
Eppure non voglio che smetta di giocare adesso che le sue sorprese diventano sempre più dolci o quantomeno comprensibili.
Posso ricordare che le ho sempre amate, le sorprese.
Che ho sempre amato il mio esserci e il mio vivere e che ho sempre preferito una storia in più al grigiore delle abitudini e di credenze ammuffite.
So di non essere mai morto, anche quando è iniziato questo lento sogno di uomo, questo difficile gioco che ho messo sulla mia coscienza.....

....o forse mi hai chiamato Tu, Universo, a cimentarmi con prove sempre più difficili?
Ma ti ricordi quando mi bastava un frammento di colore per essere un'infinità di cielo?
Ti ricordi quando volavo più veloce di pellicani dipinti verso tramonti irraggiungibili?
Ti ricordi quando non ero eppure avevo tutto dentro di me?
Vuoi dire che sto ritornando?
Vuoi dire che tutte queste memorie ed energie che arrivano e mi fluiscono dentro annunciano che ho aumentato la mia gravità e che presto, quando avrò assorbito abbastanza luce, mi lascerai andare?
Oh lo vedo che mi lascerai finalmente libero da ogni fissità e con uno zaino pieno di ricordi da offrire all'Amore. A chi altro mai potrei offrire tutto me stesso?

domenica 19 aprile 2009

sabato 18 aprile 2009

Accorgersi



Dietro agli angoli delle forme, dietro agli oggetti si nascondono energie abissali, profondità spaventose per chi abbia il coraggio di sondare la sua relazione con gli oggetti.
Noi ci illudiamo continuamente di vivere in un universo oggettivo e stabile, in un cosmo ripetitivo e per questo rassicurante.
Eppure è un illusione. L'universo è magia e la nostra presenza qui è un atto di mistero verso il quale dovremmo inginocchiarci e sacrificare tutti i nostri idoli e i nostri fantocci.
Gli oggetti non sono enti separati e scissi da noi, ma sono parte integrante dei nostri cosmi, del nostro esserci a sperimentare.
Non esistono l'oggetto e il soggetto come entità autonome, esiste solo la relazione e l'indissolubile intreccio esistenziale fra osservatore e osservato, fra coscienza e suo contenuto.
Possiamo conoscerci solo se c'è qualcosa da contemplare dentro o fuori da quell'interfaccia chiamato io cosciente.
Ma anche il dentro e fuori sono solo artificiali e convenzionali riferimenti spaziali per chi si accorge che le proprie identità sognanti possono abbattere i confini dello spazio e del tempo navigando internamente; per chi si accorge, come gli aborigeni, che nella dimensione del sogno è possibile conoscere altri tempi e altri luoghi fusi in una magma che dovrà essere decodificato e srotolato in sequenze lineari.
Così non c'è da stupirsi che, se la coscienza si espande e si accorge delle proprie profondità, anche gli oggetti inizino a colorarsi di psichismo e a diventare echi per qualcos'altro; frammenti di una totalità chiamata Dio.
Non ci dobbiamo sorprende se improvvisamente un evento, un fatto o un corpo inizino a sussurrare memorie, ricordi e associazioni che risalgono da luoghi senza nome eppure intimamente nostri.
Accorgersi significa aver cambiato improvvisamente il proprio stato interiore ed aprirsi all'inaspettato; vuol dire essere usciti almeno per alcuni attimi dall'ipnosi di massa in cui siamo immersi e che ci trattiene in fasulle convinzioni riguardo alle nostre vere identità e potenzialità; vuol dire colorare un mondo piatto e grigio di infiniti colori e prospettive;
vuol dire scoprire, un giorno, che ogni oggetto è un simbolo e quindi un mare in cui perdersi, che il Sole non è fisicamente solo luce e calore ma è irradiazione di Idee e Mondi se sapete come guardarlo, se sapete sentirlo con altri sensi che non rispondono ai condizionamenti della mente collettiva.
Così se sorprendete, come Alice nel paese delle Meraviglie, gli oggetti ad essere il riflesso e il travestimento di qualcosa di più grande e inafferrabile, potreste forse scoprire che avete appena toccato la superficie di voi stessi.
Ogni gesto, ogni parola, ogni pensiero, ogni sogno possono, per chi si accorge, improvvisamente diventare un richiamo, un indice puntato verso vertici di strutture geometriche stratificate in altre dimensioni e occultate alle nostre menti obnubilate e terrorizzate.
E man mano che ci accorgiamo tutto acquista un significato, anche il passato in cui non eravamo coscienti e in cui credevamo, immersi in una distorsione mentale collettiva, che la realtà fosse rigida e cristallizzata.
Ma la realtà non è rigida; è fluida e scorre con i nostri pensieri e desideri e scopi, in un tale groviglio intrecciato di complessità che è difficile riuscire a decodificarla e poter tracciare una mappa utile.
Se la comune realtà tridimensionale di consenso è lenta e ti permette acquisizioni di concetti con una certa tempistica alla quale siamo ormai abituati, purtroppo le stratificazioni multidimensionali vibrano molto più rapidamente ed è difficile fissarle in contenuti appropriati per la mente lineare.
Si deve allora potenziare la mente, renderla lucida, attenta e pronta ad eliminare qualsiasi pregiudizio.
Ci vuole una mente che non solo sappia socraticamente di non sapere nulla, ma anche che voglia esplorare territori sconosciuti rischiando di perdersi, rischiando di aprirsi a cose che non possono essere dette ne comunicate ma solo suggerite con un sorriso leonardesco.
A ogni livello aumenta non solo la complessità e la fluidità dei contenuti e degli oggetti presentati all'osservatore ma anche la velocità del loro apparire e scomparire e solo un'attenzione iperlucida permette di coglierne e trasdurne il significato per uno scopo mondano e pratico.
Questi piani infatti non sono scissi da quello tridimensionale a noi comunemente noto ma lo compenetrano e lo strutturano improntandolo.
E sul piano fisico possiamo vedere come si svelino in maniera creativa eppure rigidamente formale le molteplici e plurime possibilità dei piani superiori, possiamo osservare come si concretizzino e si incarnino alcuni aspetti dei simboli creatori con cui sono strutturate le nostre identità e le realtà che proiettiamo all'esterno.
Diventiamo consapevoli che qualcosa di più profondo ci impronta e ci muove, qualcosa che improvvisamente dona altri colori e un nuovo spessore a quanto percepiamo perchè è qualcosa che ci ha cambiati dal di dentro.

mercoledì 8 aprile 2009

INCIPIT SILMARILLION



La verità è scritta simbolicamente nel cuore degli uomini e appare alle loro menti secondo i tempi e i modi dello Spirito che tutto compenetra. Ciò che siamo riverbera da Noi all'Infinito e viceversa dall'Assoluto verso i suoi strumenti di conoscenza.
Siamo i servi amorevoli e ribelli delle nostre stesse Profondità.
Grazie Tolkien per aver raccontato, ancora una volta, dell'Inizio e della Fine che mai avranno termine
.”

Esisteva Eru, l'Uno, che in Arda è chiamato Ilùvatar; ed egli creò per primi gli Ainur, i Santi, rampolli del suo pensiero, ed essi erano con lui prima che ogni altro fosse creato.
Ed egli parlò loro, proponendo temi musicali; ed essi cantarono al suo cospetto, ed egli ne fu lieto. A lungo cantarono soltanto uno alla volta, o solo pochi insieme, mentre gli altri stavano ad ascoltare; ché ciascuno di essi penetrava soltanto quella parte della mente di Ilùvatar da cui proveniva, e crescevano lentamente nella comprensione dei loro fratelli.
Ma già solo ascoltando pervenivano a una comprensione più profonda, e s'accrescevano l'unisono e l'armonia. E accadde che Ilùvatar convocò tutti gli Ainur ed espose loro un possente tema, svelando cose più grandi e più magnifiche di quante ne avesse fino a quel momento rivelate; e la gloria dell'inizio e lo splendore della conclusione lasciarono stupiti gli Ainur, sì che si inchinarono davanti a Ilùvatar e stettero in silenzio.
Allora Ilùvatar disse: «Del tema che vi ho esposto, io voglio che voi adesso facciate, in congiunta armonia, una Grande Musica. E poiché vi ho accesi della Fiamma Imperitura, voi esibirete i vostri poteri nell'adornare il tema stesso, ciascuno con i propri pensieri e artifici, dove lo desideri.
Io invece siederò in ascolto, contento del fatto che tramite vostro una grande bellezza sia ridesta in canto ».
Allora la voce degli Ainur, quasi con arpe e liuti, e flauti e trombe, e viole e organi, quasi con innumerevoli cori che cantassero con parole, prese a plasmare il tema di Ilùvatar in una grande musica; e si levò un suono di melodie infinitamente avvicendantisi, conteste in armonia, che trascendevano l'udibile in profondità e altezza, e i luoghi della dimora di Ilùvatar ne erano riempiti a traboccarne, e la musica e l'eco della musica si spandevano nel Vuoto, ed esso non era vacuo.
Mai prima gli Ainur avevano prodotto una musica simile, benché sia stato detto che una ancora più grande sarà fatta al cospetto di Ilùvatar dai cori degli Ainur e dei Figli di Ilùvatar dopo la fine dei giorni.
Allora i temi di Ilùvatar saranno eseguiti alla perfezione, assumendo Essere nel momento stesso in cui saranno emessi, che tutti allora avranno compreso appieno quale sia il suo intento nella singola parte, e ciascuno conoscerà la comprensione di ognuno, e Ilùvatar conferirà ai loro pensieri il fuoco segreto, poiché sarà assai compiaciuto.
Ora però Ilùvatar sedeva ad ascoltare, e a lungo gli parve che andasse bene, perché nella musica non erano pecche. Ma, col progredire del tema, nel cuore di Melkor sorse l'idea di inserire trovate frutto della propria immaginazione, che non erano in accordo con il tema di Ilùvatar, ed egli con ciò intendeva accrescere la potenza e la gloria della parte assegnatagli.
A Melkor tra gli Ainur erano state concesse le massime doti di potenza e conoscenza, ed egli partecipava di tutti i doni dei suoi fratelli. Spesso se n'era andato da solo nei luoghi vuoti alla ricerca della Fiamma Imperitura, poiché grande era in lui il desiderio di porre in Essere cose sue proprie, e gli sembrava che Ilùvatar non tenesse da conto il Vuoto, e la vacuità di questo gli riusciva
intollerabile.
Ma il Fuoco non l'aveva trovato, poiché esso è con Ilùvatar.
Standosene solo, aveva però preso a concepire pensieri suoi propri, diversi da quelli dei suoi fratelli. Alcuni di questi pensieri li contessè ora nella sua musica, e attorno a lui subito fu discordanza, e molti che vicino a lui cantavano si scoraggiarono, il loro pensiero fu deviato, la loro musica si fece incerta; altri però presero a intonare la propria a quella di Melkor, anziché al pensiero che avevano avuto all'inizio.
Allora la dissonanza di Melkor si diffuse vieppiù, e le melodie che prima s'erano udite naufragarono in un mare di suoni turbolenti. Ma Ilùvatar continuò a sedere in ascolto, finché parve che attorno al
suo trono infuriasse una tempesta come di nere acque che si muovessero guerra a vicenda, in un'ira senza fine e implacabile.
Poi Ilùvatar si alzò, e gli Ainur si avvidero che sorrideva; e Ilùvatar levò la mano sinistra, e un nuovo tema si iniziò frammezzo alla tempesta, simile e tuttavia dissimile dal precedente, e acquistò potenza, e assunse nuova bellezza.
Ma la dissonanza di Melkor aumentò in fragore, con esso contendendo, e ancora una volta s'ebbe una guerra di suoni più violenta della prima, finchè molti degli Ainur ne restarono costernati e più non cantarono, e Melkor ebbe il sopravvento. Allora Ilùvatar tornò a levarsi, e gli Ainur s'avvidero che la sua espressione era severa; e Ilùvatar alzò la mano destra, ed ecco, un nuovo tema si levò di tra lo scompiglio, ed era dissimile dagli altri. Poichè sembrò dapprima morbido e dolce, una semplice increspatura di suoni lievi in delicate melodie; ma era impossibile soverchiarlo, e assunse potenza e profondità.
E sembrò alla fine che vi fossero due musiche che procedevano contemporaneamente di fronte al seggio di Ilùvatar, ed erano affatto diverse. L'una era profonda e ampia e bella, eppero lenta e impregnata di un'incommensurabile tristezza, onde soprattutto ricavava bellezza.
L'altra aveva ora acquisito una coerenza sua propria; ma era fragorosa, e vana, e ripetuta all'infinito; e aveva scarsa armonia, ma piuttosto un clamoroso unisono come di molte trombe che emettessero poche note. Ed essa tentava di sovrastare 1'altra musica con la violenza della propria voce, ma si aveva 1'impressione che le sue note anche le più trionfanti fossero sussunte da quella e integrate nella sua propria, solenne struttura. Nel bel mezzo di questa contesa, mentre le aule di Ilùvatar oscillavano e un tremore si diffondeva nei silenzi ancora immoti, Ilùvatar si alzò una terza volta, e il suo volto era terribile a vedersi.
Ed egli levò entrambe le mani e con un unico accordo, più profondo dell'Abisso, più alto del Firmamento, penetrante come la luce dell'occhio di Ilùvatar, la Musica cessò.
Poi Ilùvatar parlò e disse: « Potenti sono gli Ainur, e potentissimo tra loro è Melkor, ma questo egli deve sapere, e con lui tutti gli Ainur, che io sono Ilùvatar, e le cose che avete cantato io le esibirò sì che voi vediate ciò che avete fatto. E tu, Melkor, t'avvederai che nessun tema può essere eseguito, che non abbia la sua più remota fonte in me, e che nessuno può alterare la musica a mio dispetto.
Poiché colui che vi si provi non farà che comprovare di essere mio strumento nell'immaginare cose più meravigliose di quante egli abbia potuto immaginare ».
Allora gli Ainur s'impaurirono, benché ancora non comprendessero le parole che venivano loro rivolte; e Melkor fu pieno di vergogna, donde derivò ira segreta. Ilùvatar però si levò in splendore e se ne andò dalle belle regioni che aveva creato per gli Ainur; e gli Ainur lo seguirono.
Ma giunti che furono nel Vuoto, così Ilùvatar parlò: « Guardate la vostra Musica! ».
Ed egli mostrò loro una visione, conferendo agli Ainur vista là dove prima era solo udito; ed essi scorsero un nuovo Mondo reso visibile al loro cospetto, e il Mondo era sferico in mezzo al Vuoto,
e in esso sospeso, ma non ne era parte. E mentre guardavano e si meravigliavano, quel Mondo prese a svolgere la propria vicenda, e sembrò loro che vivesse e crescesse. E quando gli Ainur ebbero contemplato a lungo e in silenzio, Ilùvatar tornò a dire: «Ecco la vostra Musica! Questo è il vostro canto; e ognuno di voi troverà quivi contenute, dentro il disegno che vi espongo, tutte quelle cose che apparentemente egli stesso ha concepito o aggiunto. E tu, Melkor, scoprirai tutti i segreti pensieri della mia mente, e t'avvederai che essi sono soltanto una parte del tutto e tributari della sua gloria » .

martedì 7 aprile 2009

Una notte con il Logos



Una notte, anni fa, il mio Dna si presentò in sogno.
Mi disse che era molto più complesso di quanto credevo e come un cobra maestoso ascese verticalmente fin fuori dell'atmosfera.
Il mio corpo di sogno seguì quella vertiginosa scala a spirale che penetrava l'oscurità stellata e presto si trovò al cospetto di meravigliose energie cosmiche che amorevolmente avvolgevano la terra come un cerchio di braccia di luce.
Queste energie, che mi apparvero come maestri e insegnanti, mi accolsero fra loro, in uno spazio di coloratissimi circolari labirinti dove ci contemplavamo gli uni con gli altri.
Mi dissero senza parole che ogni individualità terrestre era una con loro a un livello più profondo di realtà dove le anime si compenetravano in una bellissima armonia collettiva di individualità.
Poi iniziarono a suonare, ed io con loro, una sinfonia bellissima che non ha uguali sul piano terrestre, una sinfonia polifonica intrecciata di tutto quanto è Gioia e Bellezza e Profondità.
Io ero con Loro, io ero Loro e ogni parte del mio spirito era sensualmente musica e colori in movimento.
E Loro mi mostrarono un Centro Dorato di inesprimibile Incanto tempestato di gioielli che zittì il mio canto.
Rapito smisi di ridere e iniziai a sciogliermi in lacrime che contenevano i mie infiniti desideri d'amore. Sconvolto venni risucchiato dalla sua ipnotica gravità e dalla sua musica struggente che risuonava come legge su ogni superficie del mio essere.
Chiamatela Sorgente o Logos Solare ma la sua Bellezza era sconvolgente e sempreverde.
La sua perfezione non era qualcosa di separato e oggetto di mera contemplazione, era puro sconvolgimento dei sensi e maremoti d'amore dentro al mio spirito, erano luci orgasmiche che danzavano con la mia essenza, era divampante fuoco che bruciava ogni mia solitudine possedendomi gelosamente.
In quella Solarità iridescente di ogni perfezione erano scolpiti i simboli e i numerosi nomi del mio Spirito. Riconobbi in Essa la mia Casa che mai, mai mi aveva veramente abbandonato. Solo che le sue Profondità erano state a me sigillate e numerose dighe poste fra la Sorgente e la mia umanità.
La Sua Luce di cristallo, che era il mio cuore universale, era stata isolata dalle numerose porte di bronzo della mia mente. I corridoi erano stati chiusi e il sancta sanctorum abbandonato solo nella sua inesprimibile bellezza.
Poi entrai ancora più profondamente in quel tempio e dalla polifonia una sola Voce si alzò, una Volontà che pur essendo una con me spaventò il mio piccolo io rimasto muto e sbalordito in un angolo a osservare il suo Io più grande.
La Volontà parlo: “La Terra cambierà! Così abbiamo deciso! Così ho deciso! ”
E da quella profondità celeste mi mostrò i demoni che insaziabili spiravano come tempeste di odio e avidità sopra la superficie del nostro azzurro pianeta possedendo e storpiando le menti degli uomini e mi fece intendere che erano solo rumore e inganno per le nostre identità confuse.
Erano draghi meccanici senza vita e senza amore; erano vuoti percorsi sempre uguali senza immaginazione nè passione.
E mentre li contemplavo la mia neutralità venne meno e caddi nei loro labirinti di specchi, travolto dal loro desiderio del nulla.
In un attimo precipitai nelle loro spire di vetro.
Quasi mi spezzarono in infiniti frammenti che erano tutte le vite che avevo avuto e tutti i fratelli e le sorelle che avevo conosciuto.
Allora un occhio piangente si presentò alla mia vista e ricostruendo tutte le scene del mio passato con amore mi curò e reintegrò.
Mi mostrò come mi avesse sempre osservato e seguito e protetto e incoraggiato in tutte le tappe della mia vita nonostante il dolore e i deserti senza vita.
Quella Presenza era Ovunque e aveva Occhi tutti intorno a me; non c'era stato spazio o tempo in cui non fosse stata presente.
Era la mia Arca, la mia astronave per la Vita Senza Fine.
Mi disse che tutto sarebbe andato bene e di coltivare sempre la Fede e la Speranza.
Poi come come una discreta fata notturna mi lascio alla alla mia umanità e al giungere del giorno.

lunedì 6 aprile 2009

Fractalic Oversoul




Noi possiamo pensare all'anima o a un'entità come a un computer vivo e cosciente, divinamente ispirato che programma la sua esistenza, ma questo computer è così largamente dotato di fantasia che ognuna delle varie personalità che Lui programma crea poi delle realtà assolutamente impensabili dallo stesso computer (estratto da Seth speaks Metaphysics of Counceling)”

La parola anima si riferisce a un concetto astratto dall'incerto e non univoco significato. L'uso e l'abuso di questo termine nel corso della storia del linguaggio ha prodotto una inevitabile diversificazione degli attributi ad esso riferiti provocando una sovrapposizione confusa e inestricabile di significati che ne rendono impossibile attualmente una descrizione unitaria e univoca. Solo una regressione all'analisi etimologica e poi storica della parola stessa attraverso uno studio minuzioso di come questo termine sia stato utilizzato in maniera pervadente e ricorrente, praticamente onnipresente, in tutta la cultura religiosa, filosofica, spirituale e psicologica ci permetterebbe forse di creare una cartografia, un complesso di insiemi di definizioni intersecantesi tali da illustrarci visivamente la varietà dei significati attribuiti a questo termine.
Nonostante un simile studio ci permetterebbe un'interessantissima analisi delle evoluzioni e dei capovolgimenti del pensiero umano che si sviluppano attraverso la comprensione soggettiva e quindi inevitabilmente distorta ma creatrice delle astrazioni, desidero, anche per rispondere alle domande di un amico poste su un altro blog, descrivere come soggettivamente intendo il concetto di anima.
Sorvolerò sul concetto di Anima in senso religioso e gnostico come un un ente immortale da purificare e da salvare che potremo facilmente identificare con la psiche; sorvolerò sul concetto di anima junghiana come elemento inconscio complementare dell'identità conscia del maschio, sorvolerò sul concetto di anime platoniche, galeniche etc. come energie, livelli di consapevolezza e disposizioni dell'individui etc,etc.
Le poche interpretazioni sopraelencate sono a mio avviso corrette e vere dal loro punto di prospettiva perchè si riferiscono a enti o dinamiche che hanno un effetto reale e documentabile sulla natura umana, ma rimangono, come tutte le teorie e i sistemi di pensiero, semplici cartografie adatte a catturare solo alcuni aspetti magari più o meno distorti dell'esperienza umana.
Mi propongo la stessa operazione: di suggerire un'altra cartografia sviluppatasi all'interno di un percorso di crescita e di stimolanti letture in cui ho riconosciuto e trovato descritto quanto personalmente vissuto e sperimentato; mi propongo in realtà di non creare una vera e propria mappa, necessariamente falsa, ma di suggerire delle possibili rappresentazioni dell'Anima.
In questa mappa identifico il concetto di Anima, sarebbe meglio usare il termine inglese di OverSoul cioè SovraAnima, con quello del Sé superiore inteso come Ente conglobante il sé piccolo e temporalizzato. Per usare un paragone vedantico potremmo riconoscerla nell'Atman fatto della stessa sostanza, identico eppure distinto dal Brahman perchè collegato in maniera particolare a una individualità in formazione o Ego
«Qualunque sia questa essenza sottile, tutto l'universo è costituito di essa, essa è la realtà di tutto, essa è l'atman. Quello sei tu ("Tat tvam Asi")» Chandogya Upanisad

Ciò che ci è soggettivamente permesso di sapere e percepire della Infinita Creazione di Dio si svela attraverso la scenografia prodotta da Anima.
Immaginate che Anima sia l'interfaccia con quanto vi circonda e la vostra capacità di comprenderlo.
Potremmo dire allora metaforicamente che Anima è una culla e una madre per l'ego umano, che è il campo di addestramento dove l'io ha scelto di cimentarsi e dove viene sottoposto a prove ed esperienze sapientemente curate e cronologicamente appuntate.
L' Anima è la spietata insegnante che non nega amare lezioni ai suoi alunni pur di farli crescere.

Per una più facile comprensione intuitiva di ciò che intendo per Anima devo ricorrere al concetto di di frattali e oloni. I frattali sono oggetti geometrici che si ripetono nella loro struttura allo stesso modo su scale diverse, ovvero che non cambiano aspetto anche se visti con una lente d'ingrandimento. Questa caratteristica è spesso chiamata auto-similarità (self-similarity).
Gli oloni sono una parte di un sistema complesso, che hanno una propria individualità, ma sono anche parte integrata di un sistema di ordine superiore che ha caratteristiche emergenti e creative non deducibili dalla semplice sommatoria degli oloni che lo compongono.
L'olone è composto da altri sotto-sistemi, che solitamente sono degli oloni anch'essi.
Immaginando di applicare il concetto di frattale e olone alla incredibile e inesauribile varietà dell'esperienza umana nella sua Totalità possiamo vagamente riferirci a ciò che è Anima: un livello superiore di struttura della realtà che trova però sempre nell'individuo il suo centro di osservazione.
Intendo con questo che l'Anima è indissolubilmente legata alla coscienza individuale: è quanto l'individuo ancora non sa di sapere di sé stesso o semplicemente non ricorda; è il riconoscimento di appartenenza a una propria identità più grande e complessa che probabilmente coinvolgente altre personalità, forse di altre vite o di altri spazi.
Essendo olone a un livello più alto della consapevolezza umana Anima possiede caratteristiche emergenti e nuovi gradi di libertà insospettabili all'obnubilata coscienza attuale.
Anima però interagisce con l'io in un mutuo scambio perchè quest'ultimo è colui che è deputato a ricamare, su un piano più elementare, attraverso il suo libero arbitrio e la sua propria autodeterminazione creativa le superfici di un disegno infinito e frattalico.
Se cresce l'uomo cresce anche l'Anima e così Dio salendo i gradini della Totalità, ma l'uomo ha bisogno di Anima e Dio per crescere e capirsi.
Nulla è scontato nell'Universo e i movimenti sono sempre spiraliformi e autoadattativi a feedback; la causa agisce sull'effetto che a sua volta ritorna sulla causa espandendola.

L'Anima è l'intermediaria ma anche il rappresentate momentaneo di Dio per l'essere umano. Il primo aspetto comprensibile della propria Divinità Interiore.
Per questo appare legata individualmente a ciascun io pur essendo un collettivo di individualità profondamente intrecciate.
Anima è l'Uomo che a un livello di coscienza superiore si è riconosciuto in tutto ciò che ha esplorato; è pertanto libera singolarità eppure anche una moltitudine; l'io può dialogare con Lei come con un'individualità sempre nuova e sfaccettata.
Dio è un diamante dalle infinite facce e Anima rappresenta le facce di Dio che la nostra individualità è momentaneamente in grado di riconoscere.
Se l'uomo cresce, così cresce la sua Anima cioè la luce che riesce a proiettare sul Mistero di Dio.
Anima ha bisogno del suo passato che è l'uomo così come quest'ultimo ha bisogno del suo futuro che è Anima.
Ma Anima esiste indipendentemente dall'uomo e lo genera perchè sto parlando di uno spazio atemporale dove il futuro è una realtà archetipalmente più antica e profonda della Realtà.
Le identità ritornano al futuro avvicinandosi alla Sorgente che è l'Origine in cui si soluzionano tutti i paradossi e le polarità; certamente con qualcosa in più e di necessario: la conoscenza dei limiti e della separazione, la conoscenza della polarità che non può essere espressa nell'Unità della Sorgente.
C'è necessità e libertà nella creazione; è tutto molto libero seppure supervisionato.
La creazione è un insieme infinito di sogni ben organizzati e olonicamente strutturati su frequenze differenti.
Anima è forse per dirla in termini musicali, l'ottava superiore dell'individuo.
E' un ente che si costruisce nel tempo attraverso le nostre scelte, eppure è un attrattore che già esiste e che ci modella nelle scelte stesse.
Ma è anche un collettivo come lo è l'individuo stesso quando si accorge delle sue profondità.
Perchè gli individui sono il frutto unico e libero degli ambienti in cui si sono sviluppati e quindi di per se stessi una moltitudine.
Capire l'altro è capire una parte di se stessi; non possiamo capire ciò che non com-prendiamo e man mano che ci capiamo il mondo stranamente si allarga e si stratifica invece di rimpicciolirsi.
E non c'è solo l'ambiente tridimensionale comprendente già un vastissimo milieu fisico,emozionale e mentale; ci sono ambienti onirici, imprinting incomprensibili, vissuti sepolti nell'inconscio eppure determinanti un'impronta unica nella psiche dell'individuo.
Tutti questi ambienti vissuti e riconosciuti strutturano l'io e sono il prodotto dell'attività creatrice e molteplice di Anima.

venerdì 3 aprile 2009

giovedì 2 aprile 2009

La Via Stretta



Il mio scopo è parlare di un Uomo di cui è già stato detto molto e che tutti siamo chiamati ad essere. Non parlo del cieco figlio del suo tempo, del frutto amaro di abitudini e meccanici convincimenti che si contempla nelle miserie della sue debolezze e di quanto gli è stato tramandato degli errori dei suoi antenati. Non parlo di morti che seppelliscono altri morti mentre vegetano un'esistenza priva di gioia e creatività. C'è una parte di noi senza gioia e senza libertà, frutto di illusioni, che inevitabilmente verrà lasciata indietro e separata dalla verità attraverso la mietitura e la distillazione alchemica.

Parlo dell'Uomo che è una moltitudine attorno a un nucleo abissale e indicibile.
Parlo dell'Uomo che sonda dolorosamente le trame del divenire e dell'assurdo svelarsi di sé stesso. Parlo di colui che non ha fissità alcuna e che pure è aperto a ogni sperimentazione e a ogni cartografia che il suo Daimon gli abbia fatto riconoscere come vera.
Parlo di quell'Uomo che si è riconosciuto nel mondo e che pure lo redime attraverso la sua Immaginazione e attraverso il convincimento che mai e poi mai sarà solo nel modo in cui ha inteso fin'ora.
Parlo di quella parte dell'Uomo che è ancora là da venire e che pure continua a soffiare impunemente la sua creatività attraverso la noia del vacuo ripetersi dei giorni.
Parlo di un Uomo Vivo che si muove o è trascinato da un punto alla fine della Storia che lo guida a nuove e continue rivelazioni fino a farlo diventare gravido di se stesso e del proprio stesso futuro.
Parlo di un Uomo in attesa che la Singolarità si presenti alla sua tridimensionale prospettiva per renderlo padre e madre dei suoi stessi nascosti genitori attraverso un doloroso ma entusiasmante travaglio.
Parlo dell'Uomo che avrà alzato i veli di sua Madre, la grande santa e prostituta e avrà sostenuto l'occhio di suo Padre morendo a se stesso.

Perchè le illusioni e gli autoinganni via via scompariranno e il nostro patetico tentativo di controllo attraverso i preconcetti e le prefigurazioni si dissolverà come un acquerello sciolto dal calore. E rimarremo vuoti e liberi con noi stessi nelle mani, storditi da un campo di incredibile potenzialità immaginativa.
E non importa se la Ruota Astrologica a cui siamo legati e appesi girerà sempre più rapida esaltandoci prima con sublimi illuminazioni per immergerci subito dopo in disincantate disperazioni e melmose acque senza riflessi. Non importa se fuori di noi osserveremo solo caos e devastazioni sobillate da forze oscure con facile presa sugli istinti di animalità non domate.
Per opposto è il segno che dentro qualcosa sta nascendo, che la pace e la comprensione sono possibilità emergenti appena dietro la porta, pronte a digerire le nostre più grandi angosce individuali e globali.
E' per quello che infuriano l'odio e la paura con strepiti e urla sempre più vistose; perchè un esodo sta avvenendo attraverso gli inganni delle colonne del tempio che hanno il volto gemello di un angelo e di un demone.
E' un passaggio attraverso deserti che spogliano l'anima e dove la morte giunge come l'ultima vestale che ci denuda delle residue illusioni.
E' una nascita attraverso un canale stretto e oscuro, fra speranze di salvezza e pressioni insostenibili. Si intravede una luce, una redenzione che però non è identificabile con nulla di conosciuto, nemmeno con una morale o una certezza qualsiasi.

Capite che sto forse inutilmente tentato di accennare alla Via Stretta?
Un raggiungimento dove si perde qualsiasi umano punto di riferimento, qualsiasi limite fra dentro e fuori, fra interiorità ed esteriorità, fra io e noi, fra immaginazione e realtà, fra tempo ed eternità, fra movimento e immobilità, fra piacere e dolore, fra giusto e sbagliato, fra buono e cattivo, fra divinità e umanità, fra vita e morte.
E questa via stretta che si appalesa in questo nostra nostra epoca contraddittoria non è rivolta al singolo ma è un richiamo per tutti quanti possono riconoscere il suo irresistibile richiamo d'amore, per tutti coloro che riescono a riconoscersi come il frutto di un collettivo profondamente intrecciato oltre alla illusioni della propria libera e bipolare individualità tridimensionale.
Le grandi figure del passato, coloro che già sono passati, che già sono saliti attraverso la Scala di Giacobbe sono ancora lì in attesa come le immagini residue di un oggetto fermo sull'Orizzonte degli eventi di un incomprensibile buco nero.
Perchè tutto si deve compiere e si compierà nell'attimo dell'Eternità, nell'attimo in cui questi messaggeri o archetipi del passato ci avranno traghettato collettivamente al di là della soglia.
Questo è ciò che ho visto e di cui sono stato testimone, questo è quanto parti più profonde di Noi stessi hanno fatto intendere a questa mente confusa e a questo fragile cuore.
La nascita di un Arca di Luce, un intero pianeta che ha soluzionato le polarità sciogliendole in una magnifica unità. Un faro di luce gettato su ogni luogo e su ogni tempo.
Come potrebbe altrimenti una qualsiasi società ambire a toccare le stelle?

"I remember once in a psilocybin trance I expressed concern about the state of the world and the nous spoke, the logos spoke, and it said "no big deal, this is what it's like when a species prepares to depart for the stars."
This is the, we are in the birth canal of a planetary birthing. And as you know, if you come upon a birth in
progress, you would never dream that this is the culmination of a natural process. It looks like a catastrophe of some sort. There is moaning and groaning and screaming and thrashing and blood is being shed and there is a feeling that the walls are closing in and yet it is inscripted into each of us as a microcosmic reflection of the completion of human history. And not only human history, because we are simply the hands and eyes of all life, all process on this planet."
(Terence McKenna)

mercoledì 1 aprile 2009