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Those who danced were thought to be quite insane by those who could not hear the music"
Ho danzato giorni fa, liberamente seguendo solo gli impulsi del mio corpo che intercettavano le vibrazioni della musica.
La mia mente desiderava controllarmi e giudicare me stesso e gli altri ballerini che in mezzo alla pista aspettavano di trovare il loro proprio centro, la propria personalissima estasi.
Voleva impedirmi per l'ennesima volta di abbracciarmi e di essere felice con me stesso, con il mio corpo e le mie cellule vibranti in cerca di luce.
L'ho lasciata in un angolo, la mente mentre il mio corpo cominciava timido a danzare e il mio cuore veniva sommerso dai sospiri.
Poi preso da una sorridente sensualità ho cominciato pian piano a rispondere voluttuoso a quelle armoniche che entravano dentro fibre muscolari a lungo addormentate.
Un'aria frizzante stava scuotendo il mio corpo irrigidito apportando un senso di forza e di vigore al ritmo di musica tribale.
Un flauto di carne e membra piene di polvere stava nuovamente scrollandosi per essere posseduto dopo le prime inevitabili stonature.
Non mi interessava il giudizio che pure si infiltrava in orbite tangenziali portando restrizioni alla mia libera espressione. Sapevo che era un demone che voleva trattenermi dentro fasulle definizioni incapaci di raccontare chi ero veramente.
Mi sono opposto ai suoi noiosi racconti introiettandomi sempre di più
Non guardavo, ascoltavo e ballavo come un perduto spirito, lottando contro i miei condizionamenti finchè finalmente qualcosa è andato in frantumi.
Oh si! Perchè ho magicamente, come sempre avviene senza preavviso alcuno, iniziato a ricordare; ho iniziato pian piano a perdere me stesso in campi di vibrazioni via via più raffinati che mi possedevano come oceani dipinti.
Le armoniche erano onde che cullavano come boe i miei atomi galleggianti.
E allora ho iniziato a sentire e a vedere; la mia coscienza ha iniziato a sfumarsi in vorticanti e appaganti moltiplicazioni di polarità.
Non era più certa la mia identità!
Ero ovviamente un corpo di uomo ma avevo un'anima di donna, ero un fiore ma spietato come una lancia, ero un bacio delicato e un avido morso, ero un guerriero pronto alla battaglia e la dama che lo aspettava.
Ero un lento movimento sinuoso che celava insospettabili agguati, ero una mano di donna intrepida che accarezzava il ringhio di un animale, un saggio che trattiene per una spalla un giovane irriflessivo e temerario.
Ero tutti gli opposti che la musica mi proponeva mentre cercava in mezzo alle mie ossa qualcosa che potesse vibrare e attivarsi; qualcosa che potesse spezzare definitivamente le catene che trattengono l'Astratto dall'irrompere nel tempo.
Poi anche quell'identità androgina scivolò via.
La mente rifiutata stava per essere uccisa lasciando il posto a Qualcun'altro che sapeva di infinito e di maree incessanti e inarrestabili.
Ho guardato con le memorie di un bambino quel centro luminoso dentro alla fronte aperto sul Regno dei cieli e chiesi come potevo sostenerlo dentro il mio corpo che era l'ultima barriera a ciò che non può essere detto.
E l'infinito che ero mi ricordò che ero un'onda, un suono che aveva affrontato solchi immensi e spazi di musica diversissima prima di arrivare ad avere un corpo e condensarsi in una forma qualsiasi.
E ogni musica era un esperienza, un campo di echi dentro al mio spazio senza confini.
Vibravo d'estasi nonostante certe musiche fossero difficili da tollerare e sapessero di taglienti cristalli notturni e di grotte dove la “chiarosità” lunare si perdeva, frammentandosi in minuscoli riflessi che illuminavano rigagnoli nascosti.
Ero un codice di Musica e Luce che entrava volontariamente nell'oscurità per trasformare dall'interno i propri assassini e divoratori.
E così compresi la perfezione di Dio che inviava dal suo centro onde d'amore attraverso angeli perdutamente innamorati di menti immature e cuori ancora grezzi.
E nonostante mi pesassero queste dolorose discese nell'ombra sentivo che era mio compito percorrere le strade del divino che sentivo dentro; che avrei seguito quella musica anche se avessi sentito l'attrito farsi sempre più insopportabile ed eccitante.
O certo che a Dio non piace il dolore ma è nella natura dell'amore che tutto soffre e tutto sopporta esplorare e viaggiare i suoi abissi.
Ed io che sono Suo avrei tracciato i suoi sentieri per puro Amore e desiderio di compiacerlo. Nessun altro scopo, nessun altro fine avrebbe mai potuto appagarmi di più.
6 commenti:
La Musa patrona della danza è Tersicore e pertanto essa presiede alla danza estatica cui si lasciano andare talora gli asceti.
Shiva, patrono di asceti ed anacoreti, è ballerino per eccellenza. Gli Induisti lo raffigurano di preferenza nell'atteggiamento di danza a tutti noto.
Addirittura il sadhu risvegliato intravvede talora il dio che balla sul suo ombelico.
Interessanti le tue osservazioni circa la tua coscienza prenatale.
Nel tuo stato di risvegliato riesci a ricordare il volto che avevi prima di nascere in questo basso mondo e le terribili vicissitudini che ti hanno sospinto ad incarnarti in un corpo cadùco.
Da piccolo anch'io sognavo di viaggiare per la galassia sino ad arrivare alla nostra Terra. Ma non era un sogno luminoso bensì una situazione di frustrazione, di attesa e forse di angoscia.
Mai avrei desiderato venire in codesto mondo. Ma l'ananké sancita dall'Alto mi ha indotto a fare ciò
@ Paolo
Preciso e puntuale commento.
Questo post era, nella mia referenzialità mitologica, dedicato proprio a Shiva Nataraja.
E' però soprattutto un invito al lasciarsi andare, al vivere fisicamente ed emotivamente le sollecitazioni che salgono dal profondo quando permettiamo a noi stessi di essere liberi e pertanto autentici e indefinibili come la natura stessa della Coscienza che tutto esplora.
Puoi essere sicuro di non aver desiderato venire in questo mondo se non ti conosci perfettamente?
Sai una volta ho avuto, nel mio spirito, la possibilità di incontrarmi con l'Eterno Sognatore nonostante desiderassi solo morire odiando me stesso e questo mondo.
Di fronte alla mia richiesta di morte mi disse che era sempre stato con me e che il Tutto non era altro che lui stesso e pertanto vivevo della Sua Eternità.
L'intensità di quell'incontro fu così forte che mi ricordai di avergli promesso all'inizio dei tempi che l'avrei servito per sempre, perchè Lui era Amore, la mia Anima Gemella, Arte Suprema e la Legge Eterna scritta nel mio cuore.
E così sono precipitato, scacciato dal Paradiso in terre desolate dove non ricordavo più chi ero e che cosa cercassi. Ero un cavaliere errante che aveva perso il ricordo di quel disegno perfetto che molto tempo prima aveva promesso di realizzare per obbedire alle richieste del Suo Amore.
Siamo tessitori di arazzi, vita dopo vita.
Timor, sei un cavaliere pieno di spirito di abnegazione e di coraggio. Assomigli a Parsifal, ma, a differenza di Parsifal, hai posto la domanda.
Ciao
Zret i veri coraggiosi sono coloro che come te, tuo fratello e tanti altri denunciano quotidianamente e senza farsi intimorire le storture di un sistema perverso che senza sosta cerca di piegare l'uomo a un'esistenza senza valori e senza spirito.
Quindi a voi riconosco il vero merito dell'abnegazione e del coraggio.
Ciao e grazie
Carissimo! Ma che piacere leggerti! :D
I blog di persone in cammino hanno sempre appagato il mio insano e morboso interesse per le esperienze altrui :P, e adesso, in particolare per il tuo. E sai perchè? Perchè mi riconosco nelle tue sensazioni e nei tuoi desideri, perchè quando leggo qualcosa di tuo è come se un pezzettino di Paradiso venisse a toccare il mio essere, insegnandogli di nuovo il desiderio di conoscere il Sè, il Logos, l' Infinito..sei una di quelle persone che ci riescono, e che fortunatamente fanno parte della mia vita in un modo o nell'altro. Ed è il motivo per cui ti ho chiesto l'amicizia su Facebook ;)
Danzare è una bellissima forma di meditazione, forse la prima addirittura, secondo me è così.
Che dire? Good job! ;D
http://www.youtube.com/watch?v=M50MXI1Ady8
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