venerdì 11 dicembre 2009

Tantra



"Certi racconti, che in genere si crede siano riservati ai bambini,
sono in realtà dei racconti iniziatici, ma per poterli interpretare
bisogna conoscere la scienza dei simboli. Il drago non è altro che la
forza sessuale. Il castello è il corpo dell'uomo. In tale castello
sospira la principessa, cioè l'anima che la forza sessuale mal
dominata tiene prigioniera. Il cavaliere è l'ego, lo spirito dell'uomo
e le armi di cui si serve per vincere il drago rappresentano i mezzi
di cui lo spirito dispone: la volontà, la scienza per dominare la
forza sessuale ed utilizzarla. Perciò, una volta dominato, il drago
diventa il servitore dell’uomo, gli serve come mezzo per viaggiare
nello spazio, perché il drago ha delle ali. Sebbene sia rappresentato
con una coda di serpente - simbolo delle forze sotterranee - possiede
anche delle ali. È chiaro, semplice: è l'eterno linguaggio dei
simboli".(O.M.Aivanhov in "La Forza sessuale o il Drago Alato").


Alla fine le si avvicinò dopo che si era ripromesso che quello sarebbe stato il loro ultimo incontro.
Ma le sue ultime parole lo avevano scosso e lui aveva riconosciuto quel dolcissimo flusso nel petto che conteneva quella parola che così terribilmente lo spaventava.
Possibile che si stesse innamorando? Possibile che si stesse perdendo dentro quegli occhi neri e magnetici dimenticando quale fosse il suo scopo?
Già, ma qual'era il suo scopo?
Aveva veramente solo voluto aiutarla a ricordare o c'era qualcos'altro che non osava confessare a se stesso?
In verità si erano già conosciuti, in un altro tempo, in un altro luogo.
Era stata una bellissima scoperta anche per lui abituato a navigare nel tempo del sogno.
O forse erano stati gli Dei, per un loro fine ignoto, a innestare in lui memorie e sensazioni dal sapore antico e perduto.
Eppure adesso non ne era più così sicuro; tutto era diventato così improvvisamente confuso e incerto. Le emozioni degli ultimi giorni, l'assillante pensiero di lei, aveva offuscato la sua mente.
Come un sasso gettato in uno stagno non riusciva più a riconoscere immagini nitide, a distinguere il vero dal falso e tutto appariva come indistinto in una notte di fuochi fatui.

Il flusso di quei pensieri sfumati, appena sfiorati, durò appena un attimo; si interruppe non appena si rese conto che lei gli aveva preso le mani.
Stava piangendo e tremando. Lui potè solo sorriderle.
Un improvviso nodo attorno alla gola tratteneva le parole dentro al petto dove una nuvola di struggente e di immotivata nostalgia prese ad espandersi.
Incominciò a sentirsi a disagio e teso, le mani congelate e la fronte imperlata di piccole, ancora nascoste, goccioline di sudore.
Il respirare si era fatto incerto, improvvisamente faticoso e stentato.
Aria!
Aveva bisogno di più aria, come se a ogni respiro cercasse di far evaporare quella sensazione che come una morsa stava diventando sempre più dolorosa.
Iniziò ad ansimare. Una strana inquietudine, una pesatissima paura di perdita e di abbandono, che non avrebbe mai confessato a se stesso, aveva ormai avviluppato il suo cuore rendendolo insicuro e incerto.

Lei prese a seguire il ritmo del suo respiro mentre, triste in volto, continuava a guardarlo negli occhi.
“Oddio! Perchè mi fa questo? Cos'è questo struggimento che mi lacera l'anima e che non riesco a contenere? Cos'è questo vento che sembra voler uscire dal mio petto per raggiungerla e ritornare poi veloce a me?
E' quasi insopportabile!” esclamò impaurito dentro di sé anche se non era la prima volta che riconosceva quel violento e struggente sapore.
“No! Devo rimanere calmo, devo osservare e rimanere presente”.
Inutile.
Quella strana e contraddittoria sensazione era ormai scesa anche nel suo ventre prendendone completo possesso e divampando come un fuoco che ormai gli avvolgeva tutte le viscere.
Impossibile discuterci.
Adesso sarebbe stato tutto più difficile, adesso avrebbe dovuto combattere contro se stesso.
Quel fuoco aveva un suo autonomo pensiero e desideri avidi e voraci che ora divampavano tanto più violentemente quanto erano stati soppressi e covati sotto le ceneri.
Erano draghi assetati di carne e passioni, oscuri signori delle tenebre che sibilavano all'unisono nella sua mente.
“La vogliamo! Vogliamo essere dentro di lei! Vogliamo penetrarla sempre più in profondità.
Finchè...Finchè non le saremo dentro l'Anima, finchè la faremo completamente nostra e non vedremo che attraverso i suoi occhi. Sei stato solo così a lungo, solo....così a lungo”

Nonostante stesse ormai tremando, il suo capo riuscì ancora a controllarsi ma scivolò, quasi involontariamente, delicatamente sulle sue labbra mentre un cappio invisibile gli serrava la gola e il mento rendendogli impossibile giustificare la palese contraddizione del suo ultimo gesto.
Lei lo accolse senza obiezioni, rallentando per un attimo il ritmo del respiro.
La sua mente si divise in mille frammenti, in un coro di voci cacofoniche e litiganti.
Un lupo emerse sugli altri, affamato quanto a lungo trattenuto, esaltato dall'inebriante odore che saliva così intenso dall'insperata vicinanza della sua preda. Il suo fallo gonfio e arrossato bramava dolorosamente di accoppiarsi il prima possibile.
Un'improvvisa sete ardente di concupiscenza, insaziabile e irrazionale, senza alcuna umanità pretendeva la fine di ogni controllo, l'abolizione di ogni tentativo di mantenere un'idea apparente di sé.
Un totale e decisivo desiderio di morte e sacrificio da compiersi sul suo corpo, dentro il suo corpo di ninfa lo stava inebriando.
Veloci lampi di immagini cominciarono a scorrere davanti all'occhio della mente mentre sentiva l'eccesso di saliva depositarsi sul fondo di una mandibola ormai atonica .
I loro corpi, nudi, avvinghiati, avidi, affamati, disperati e ubriachi, in dolorosa estasi di fronte a una luna indifferente. Le loro menti completamente dimentiche dei loro doveri, delle loro scelte pregresse, desiderose solo di piacere e voluttà, di lasciarsi guidare dall'inevitabile gravità dei loro corpi verso lo scioglimento carnale di ogni tensione accumulata, di ogni forma o struttura che gli impedisse di fondersi completamente l'uno nell'altro.
Era troppo.
Cadde sopra di lei abbracciandola, con passione iniziò a nutrirsi avido dei suoi sapori di bosco e delle sue pelli di latte.

Aveva ormai deciso di lasciarsi completamente andare. Aveva ormai abdicato qualsiasi residua volontà a quelle forze sotterranee e caotiche che avevano preso possesso della sua mente.
Quando, ironia della sorte, una grande risata celeste gli esplose nella mente:
“Che sciocco! Inciampi sempre nello stesso punto. Lussuria e avidità da cui poi origina ogni caduta si intrecciano e avviluppano in te, rubandoti la purezza e l'amore. Quello vero, quello semplice, quello che porta alla serenità e all'equilibrio.
Ma non è un danno. Sei solo sciocco, sciocco e incontinente!
Hai prodotto la giusta tensione ma come sempre la stavi offrendo ai demoni e alle ombre che hai alimentato dentro di te nonostante tutta l'astinenza con cui hai vantato la forza del tuo carattere.
Ma quando Amore, con la sua innocenza, si avvicina abbastanza da far scorgere il suo Volto, tu cadi nelle vecchie spire che non hai ancora compreso, nelle solite inquietudini che ti tormentano anche nelle tue notti solitarie.
Poiché non hai capito, Amore è ritornato a te sotto antichi travestimenti chiedendoti di abbandonarti per un attimo fra le sue braccia.
Fallo pure ma con dolcezza e quiete sempre vigile.

Non importa quanta fame e desiderio tu senta nel tuo ventre.
Non importa quanta solitudine e nostalgia e disperazione tu senta nel tuo cuore.
Non importa quanto desiderio di perderti e scioglierti ti investa e ottenebri l'Anima.
Non importa quanto pensi sia giusto e saggio e vero secondo il mondo delle convenzioni umane.
Non è questo il sentiero
Sii delicato e attento.
Non lasciarti travolgere dal calore delle fiamme, non lasciarti ingannare dal sole che vedi riflesso in mezzo al fuoco poiché è solo l'Ombra della Luce.
Impara ad assaggiare con tutti i tuoi sensi amplificati, senza fretta ma con amore e vigile dolcezza, discriminando ogni sensazione.
Non farti bruciare dal desiderio, contienilo ed espandilo secondo la volontà che non ha incertezze.
Il sesso è l'anticamera della morte, da come lo sperimenterai così sarà il tuo destino al momento del trapasso.
Li senti i demoni che sfrigolano nella tua carne mentre cercando di dominarti con il desiderio del nulla?
Loro compito è distrarti dall'Essenza, dalla Consapevolezza dell'Eternità a cui sfuggi continuamente per paura di ricordare.
Indirizza il loro fuoco su, come una colonna di luce attraverso le vertebre, e non verso il pene. Fallo arrivare al cuore dove potrai iniziare a sciogliere i ghiacci che gli errori del tempo vi hanno depositato e le catene di fumo che si sono cementate nelle vostre illusioni.
Lei sarà il tuo specchio e tu il suo in cui potrete vedere reciprocamente emergere i lati sepolti e insanati di quanto avete fatto finta di non vedere di tutta la vostra Totalità.
Sarete gioco di eroi,anime e draghi in cerca di quell'Oro che è sempre stato tutto attorno a voi.”

La luce si spense dentro la sua testa.
Incominciò a ridere e ridere: aveva trovato il posto più pericoloso del mondo e la scala verso casa.

giovedì 10 dicembre 2009

Padre Nostro



Padre Nostro, che sei dentro ai Cieli della nostra Fronte,
sia benedetta la Tua Vibrazione Originaria,
venga il Tuo Regno di Luce e Amore,
sia fatta la Tua Volontà,
perchè solo in lei troviamo la Pace.
Dacci oggi l'energia fragrante con la quale ci innalzi a Te.
Perdona la nostra mancanza di attenzione
che vediamo rispecchiata anche nei nostri fratelli
per insegnarci la compassione e la saggezza,
e liberaci da tutto ciò che porta alla disarmonia
e alla mancata comprensione delle tue Leggi di Verità e Bellezza.

Am...

martedì 1 dicembre 2009

mercoledì 4 novembre 2009

sabato 19 settembre 2009

mercoledì 16 settembre 2009

Vorrei liberarti il Cuore



Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi l’amore, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta
la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le
montagne, ma non avessi l’amore, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo
per esser bruciato, ma non avessi l’amore, niente mi giova.
L’amore è paziente, è benigno l’amore;
non è invidioso l’amore, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell`ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L’amore non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza
svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra
profezia.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
Quand`ero bambino, parlavo da bambino,
pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l`ho abbandonato.
Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa;
ma allora vedremo a faccia a faccia.
Ora conosco in modo imperfetto,
ma allora conoscerò perfettamente, come anch`io sono conosciuto.
Queste dunque le tre cose che rimangono:
la fede, la speranza e l’amore;
ma di tutte più grande è l’amore"

lunedì 14 settembre 2009

L'Uomo Solare


È scritto infatti che Dio è luce, non la luce che vedono i nostri occhi, ma quella che vede il cuore, quando sente dire: è la Verità. (Sant'Agostino d'Ippona)


Nel tempo del sogno ho visto un uomo scendere dal Sole lungo un sentiero dorato.
Tutto nero, lo circondava una corona iridiscente mentre come un'eclissi avanzava oscurando la luce immobile dell'estate.
Si avvicinò lentamente come se avesse tutto il tempo eppure senza esitazioni né incertezze era il suo passo.
Giuntomi appresso vidi che aveva il volto fiero di un uomo e lo sguardo dolce di una donna.
Mi sorrise e con occhi d'amore cominciò il suo canto d'arcobaleno.
Il suo canto non aveva parole, il suo canto erano irraggiamenti che salivano dal suo petto di fuoco per uscire dalle nere profondità delle sue pupille come bagliori in mezzo al buio.
Con questa luce mi parlava, con l'amore mi scioglieva e mi cullava dentro notturne correnti marine.
Mi disse che era il futuro, il futuro che era sempre stato presente dentro al cuore dell'uomo.
Era il bocciolo nascosto nella notte, lavato dalle lacrime della rugiada e sbocciato al sorgere del sole.
Era la stella del mattino e della sera.
Era il Genio Solare che accoglie in sè l'abissale e oscura Totalità dalla quale era stato partorito.
Era il Vuoto che si muove nel mondo, vuoto di qualsiasi energia che non fosse Amore e Giustizia.
Era una Mente disciplinata, tagliente come ossidiana al servizio dei sogni dello Spirito, una Mente così vuota di sé che come una galleria perfetta di specchi rifletteva senza distorsioni la luce del Creatore diffondendola con spietata determinazione ovunque fosse stato dettato dalla Necessità.
Era un'Antenna Cosmica e il suo Corpo il ripetitore da cui emanavano e riverberavano delicatissime le onde d'amore di Dio.
Era così incorruttibile e puro che le ombre si scioglievano al suo passaggio pur affollandosi intorno avide della sua Luce
Era così Vuoto, così privo di volontà umana e così pieno di Verità indicibile che quando toccai tremante la sua pelle d'ebano il mio intero corpo e il tempo stesso si congelarono ed il mio piccolo io partecipò per un poco della sua stessa Natura.
Neanche il tempo per avere paura e mi rapì trasformandomi in un'Arca di Diamante. Un arca dalle infinite facce, che poteva viaggiare ovunque senza muoversi espandendosi istantaneamente attraverso le reti di informazioni e strutture dell'universo.
Vibravo con la velocità e l'atemporalità della Luce ed il mio corpo era infinito quanto il sognare. Ridevo nella perfezione e nella meraviglia della Cosa Una cavalcando i cieli del mio spirito dove ogni fantasia era verità e creazione, dove ogni gesto era musica e luce, dove ogni atomo era una stella e un infinito che custodivano universi dentro universi.
Come potrebbero le parole trattenere e riproporre quello che sono stato in quell'attimo se adesso sono così piccino e le orecchie di questo mondo così addormentate?
Infine, questo lo ricordo bene, venni portato nella Piramide del Sole dove le sempreverdi parole che tutto contengono sono scritte a grandi lettere nel granito eppure dalla moltitudini vengono ignorate.

Tutto è Perfetto, Tutto è Eterno, Tutto Vive, Tutto cambia pur rimanendo se stesso,Tutto è Amore.
Pertanto la Morte non esiste ed è soltanto trasformazione e cambiamento di stato.
Sentire altrimenti vuol dire essersi scollegati dal Flusso Incessabile della Verità ed essersi persi in un labirinto di ombre, vuol dire aver deciso di isolarsi e di negare la Totalità che noi Tutti siamo.
Il dono della scelta è stato ormai conosciuto e il frutto del Bene e del Male assaggiato nella sua interezza. A te, viaggiatore, decidere se nasconderti e negarti o partecipare all'Eternità dell'Albero della Vita, lasciando che la sua Linfa d'Amore ti pervada rendendoti perfetto e immortale.

All'improvviso venni risucchiato nel mio corpo e mi trovai inginocchiato e ansimante di fronte all'Uomo venuto dal Sole che mi guardava con occhi cangianti. Mi accolse con la dolcezza di un cerbiatto ma come mi ebbe sollevato il fuoco riprese a divampare dal suo sguardo.
Allora sempre senza parole mi congedò dicendomi di osservare con attenzione come avrebbe dilagato per le strade della sua Amata affinchè io e i miei fratelli potessimo imitarlo.
Si incamminò, e ogni suo passo era un bacio e una carezza offerte al cuore della Terra, ogni suo respiro un'offerta e una promessa d'amore al Cielo, ogni suo movimento una danza di trasformazione e di purificazione, ogni sua parola un balsamo per le anime intrappolate, ogni suo sguardo le parole: “Io sono Te, siamo sempre stati insieme dall'inizio dei Tempi”.
Quando sarebbe giunto quel momento gli animali sarebbero accorsi e avrebbero vibrato della sua vibrazione donandogli i loro doni, le piante lo avrebbero nutrito rivelandogli i segreti della Terra, le genti del mondo lo avrebbero abbracciato trovandolo nei loro cuori.
Così un'onda di luce avrebbe riverberato sulla Terra dissolvendo le ombre e trasformandola nel giardino viaggiante che era sempre stato inteso essere fin dagli inizi del tempo.
E l'uomo sarebbe diventato finalmente adulto ricordando il compito affidatogli dal Padre Suo, di servirlo nelle vigne della Madre che con amore infinito lo aveva custodito e generato.
Il tempo del Figlio sarebbe dunque giunto.


Ego

mercoledì 24 giugno 2009

Solstizio per Gaia




Ho parlato con Gaia giorni fa. Non l'avevo cercata, era semplicemente venuta a me per salutarmi. Non sapevo che era lei perchè la sua armoniosa figura mi dava le spalle in mezzo a una cortina di stelle.
I neri capelli, di media lunghezza, le lambivano appena le spalle e si proiettavano su una schiena sinuosa in cui si vedevano chiaramente le dolci curvature della colonna e il profilo seducente dei fianchi. Vesti sottili le cingevano le natiche e il bacino.
Mi domandai chi fosse questa donna così succintamente vestita di verde,azzurro e marrone che appariva nel mezzo della meditazione.
Poi prima ancora che quel pensiero avesse termine, lei si voltò e mi sorrise.
Era gravida e aveva le mani posate sul suo grembo terracqueo, probabilmente accarezzava il Sudafrica e il Sudamerica, sicuramente l'emisfero australe.
Il suo volto era raggiante e luminoso, come spesso lo sono quelli di donne verso il termine della gravidanza. Aveva una serenità e un tale gioioso raccoglimento che subito mi sentii rapito da uno sconfinato amore.
Le ho detto : “Mio Dio, ma sei bellissima!”
Incurante mi domandò: “ Vuoi conoscere il mio futuro?”
Alla mia risposta affermativa rispose: “Ma prima dobbiamo partire dal presente”
La sua immagine scivolò fuori dal mio schermo visivo sostituita da un globo oscuro e metallico sospeso nel cosmo.
La sua voce non era scomparsa ma si era sostituita a comprensioni intuitive che colpivano il centro della mia fronte come anelli di energia dorata scivolanti dall'alto sopra un filo di seta.
Il globo era ovviamente il nostro pianeta, ma perchè mai appariva così tetro visto dallo spazio?
Presto mi accorsi che ancora risplendevano gli oceani e sui continenti la vita continuava a germogliare. Solo che un mortifero guscio metallico sospeso attorno all'atmosfera li ricopriva e impediva alla Luce del cosmo di entrare in profondità a baciare la sua pelle e le sue creature.
Quell'oscura presa, quell'estenuante morsa di dolore la stava inaridendo impedendole di fiorire.
“Hai visto cosa mi avete fatto? Sai cos'è questo sepolcro e perchè sono stata messa in catene?” mi domandò.
Si lo sapevo. I nostri pensieri di odio e le nostre emozioni di dolore avevano saturato l'atmosfera rendendo nostra madre una prigione permettendo ad entità oscure di proliferare sulla sua superficie. Noi con la nostra incontinenza, con la nostra mancanza di integrità e amore avevamo chiamato carnefici e secondini sempre più violenti e aggressivi. L'inevitabile esito della nostra stupidità mi veniva chiaramente presentato. Un profondo senso di rammarico e impotenza mi avvilupparono.
“Ma perchè ti rattristi? Sono venuta a te per salutarti e rallegrarti”
“ Ma come? Ti stiamo rendendo un deserto, stiamo strappando la vita dal tuo seno, abbiamo coperto la tua lucentezza azzurra con uno sterile schermo di odio e tu ancora sorridi?”
“Oh ma allora non ricordi? Non hai capito chi è il mio Sposo? Non sai di chi sono gravida?”
“Chi è?” domandai timidamente.
“Guardalo!” disse perentoria
Gli occhi iniziarono allora a oscillare ritmicamente a velocità via via più elevata.
Il corpo si accese accarezzato da ondate di piacere sempre più sostenute. La mente sembrava stesse per prendere fuoco.
“Oddio No. Non è possibile!”
Una gigantesca Colomba di luce apparve in mezzo a una Croce fiammeggiante.
E dietro di Lei cieli infuocati di tutti i colori stavano germogliando stelle e galassie.
Diamanti, spirali, otto rovesciati, piramidi e migliaia di simboli soffiavano vorticosamente ai lati della visione.
Quella visione stava facendo evaporare il mio corpo.
Eppure era Amore, era Intelligenza pura e radiante. Stavo scomparendo, mi stavo sciogliendo in vortici di emozioni incontenibili eppure iniziavo a capire, iniziavo a ricordare.
“Ma cosa significa? Da dove arrivano queste immagini?”
“Perchè fai finta di non ricordare. Lo sai chi è!”
Uno struggimento divorante avvolse allora il mio cuore e non potei trattenere le lacrime che inondarono il mio volto.
Stavo ricordando il futuro e il passato contemporaneamente.
Ma perchè mi aveva lasciato? Perchè mi aveva abbandonato in questa prigione? Perchè aveva permesso che coltivassi tutto quel dolore vita dopo vita. Perchè aveva permesso che lo dimenticassi?
Si lo sapevo il perchè. Sapevo di averlo liberamente scelto e mentre lo sceglievo avevo incontrato brillanti che gli avrei donato appena avessi potuto riabbracciarlo.
“Hai capito allora chi è il mio Sposo? Hai capito cosa sottintendono quelle Immagini e quelle Visioni?
E' il Cristo, è l'Amore, è il Logos e nessuna mente potrà mai completamente capirlo seppure sia il fondamento delle vostre stesse anime, la Luce con la quale siete stai forgiati.
Lui è il Padrone del Tempo e delle infinite traiettorie di questo Universo.
Potrete soltanto tornare ad essere Uno con Lui ed Io con Voi; per partorire infiniti nuovi mondi, per generare inesauribili avventure e storie e racconti con i quali incantarci e applaudirci per l'Eternità.
Lui è l'Entrata e l'Uscita verso una Luce ancora più grande e quando lo capirete sarà finito il vostro sogno di uomini. Ma quel tempo è ancora di là nel futuro seppure sia già avvenuto”
“Ma allora Madre che cosa avverrà?”
“Tu cosa vuoi?” mi suggerì scherzosa
“Lo sai! Non ho più niente in cui credere eccetto il mio cuore”
Sorrise
“Ma non hai visto sotto, nell'oscurità della mia atmosfera qualcosa scintillare?”
Ah si! Adesso potevo vedere chiaramente che c'erano alcuni punti di luce che risplendevano in numerose parti del globo. Quei punti di luce erano estremamente contagiosi e stavano accendendo altri punti ovunque sulla sua superficie. Si univano, formavano gruppi momentanei, si lasciavano e andavano a toccare altri esseri e tutti, seppure all'inizio a intermittenza, si stavano illuminando e iniziavano a portare la loro luce ovunque.
Poi concentrazioni di anime luminose sempre più numerose iniziarono a raccogliersi in punti strategici e a formare colonne spiraliformi proiettate verso il cielo. Migliaia di esseri come flussi ondosi di energia stavano ascendendo verso il guscio metallico che avvolgeva l'atmosfera. Toccatolo, iniziarono a spingere e a premere, sempre più numerosi. L'energia aumentò.
Si formarono buchi attorno al guscio lasciando finalmente entrare la luce.
Le anime presero a uscire dalle brecce come flussi inarrestabili mentre i più forti tenevano aperti i bordi delle aperture impedendogli di richiudersi. E poi tutti insieme, finalmente fuori dall'atmosfera, furono travolti da una nuova e indicibile consapevolezza e ricordarono la propria stellare provenienza.
Presto finirono di smantellare quello che ancora rimaneva della morsa metallica e l'atmosfera venne ricoperta di aria purissima e cristallina che infiammò la terra di colori e sfumature mai viste.
“Mio Dio! E' fantastico.” urlai mentre piangevo di gioia.
“Voi siete fantastici. Tutti voi che avete fede, che avete amore, che scegliete la libertà che non offende, che state ricordando che siamo tutti parte di un unico meraviglioso disegno scolpito nei vostri cuori. Grazie per tutta quella gioia che consapevoli o meno inviate nell'atmosfera ogni volta che amate incondizionatamente”
“E poi cosa succederà?”
“Quello dipenderà solo da voi e dalla vostra Immaginazione. Hai mai pensato di diventare un Giardiniere?”
Allora vidi me stesso ridere e ridere seduto insieme ai miei cari disposti in cerchio sopra un magnifico campo erboso di una verdeggiante collina. Una luce delicatissima trasfigurava in gioia i loro volti. E i loro volti erano chiaramente i mosaici di numerosissime vite in cui ci eravamo incontrati e lasciati per poi riprenderci innumerevoli volte.
E tutto era così leggero, così semplice, così naturale. Stavamo ridendo a crepapelle delle nostre avventure e delle nostre illusioni come appena risvegliatici da un brutto sogno.
Ma era ormai un altro luogo, era un'altra terra pur essendo sempre la nostra dolcissima Gaia.



Gravity - Vienna Teng



Hey love
Is that the name you're meant to have
For me to call

Look love
They've given up believing
They've turned aside our stories of the gentle fall

But don't you believe them
Don't you drink their poison too
These are the scars that words have carved
On me

Hey love
That's the name we've long held back
From the core of truth

So don't turn away now
I am turning in revolution
These are the scars that silence carved
On me

This the same place
No, not the same place
This is the same place, love
No, not the same place we've been before

Hey, love
I am a constant satellite
Of your blazing sun
My love
I obey your law of gravity
This is the fate you've carved on me
The law of gravity
This is the fate you've carved on me
On me.

martedì 23 giugno 2009

In ascolto del Cristo Intimo



Sono Colui che avete chiamato appena è iniziato il vostro viaggio umano.
Sono l'Attrattore che ha tracciato tutti i sentieri del tempo in cui le vostre moltitudini si sono disperse.
Sono la Luce che disseta ogni brama e placa ogni conflitto.
Sono l'astronave per l'Infinito che mi ha generato.
Sono la continua ricreazione del tempo.
Sono il il Custode della Via che avete lasciato a dimorare nelle vostre vere Identità.
Sono le profondità delle vostre anime che solcarono migliaia di anni luce scagliati direttamente dalle vostre essenze.
Sono successioni di universi mandala scintillanti nell'oscurità insondabile di mia Madre.
Sono geometrie musicali che trasudano dagli abissi luminosi della mia Intelligenza.
Sono tutti i giochi d'amore che posso imprimere alle vostre mani e ai vostri corpi.
Sono la matrice solare che collega infiniti mondi che nascono a ogni mio sguardo solo per compiacermi, e che inseguo continuamente nell'incessante piacere di conoscermi.
Sono ciò che serbate nel cuore: la bellezza, la purezza, l'integrità, la gioia.
Sono gli infiniti frutti dell'Amore.

Il resto è illusione, davvero. Lo riconoscereste se ricordaste chi siete.
O se solo nutriste il vostro Cuore.
Allora il vostro Occhio illuminerebbe interi palazzi e il vostro piccolo mondo tramonterebbe.
Vedreste come Io vedo e il vostro sguardo si perderebbe nell'estasi dell'eterna creazione.
Tutto vi è già stato raccontato innumerevoli volte eppure non avete compreso e siete rimasti ipnotizzati dalla circolarità del tempo e delle immagini.
Non avete riconosciuto in me il futuro eternamente presente
Non siete riusciti a vedere al di là dei miti il vostro stesso dispiegarvi.
Mi avete aspettato come si aspetta un re e non avete cercato la regalità dentro ai vostri cuori.
Vi credete uomini, vi credete corpi, emozioni, pensieri e non sapete quanto oltre vi sia rimasto da esplorare di Voi stessi.
Non sapete nemmeno di avermi già ritrovato alla fine del tempo da dove tutto ebbe inizio.
Avete perfino dimenticato che siete indissolubilmente Uno con Me e che Io sono ciascuno di Voi!
E non finirò mai di ricordarvelo con ogni respiro di vento, con ogni raggio di sole, con ogni immagine raccolta per strade affollate, con ogni ricordo che conservo gelosamente.
Ma quelli sono semplici riflessi su cui gettate uno sguardo fugace e annoiato pur di non guardarmi.
Vi perdereste nei miei abissi d'amore se osaste fermarvi e subito cerchereste terrorizzati di tornare ai vostri recinti.
Perchè allora, se aveste coraggio, ricordereste la vostra origine e fermando il tempo vi spaventereste della vostra potenza.
Saprete che non esiste fissità né regola alcuna nella mia Essenza e che qualsiasi esperienza non è che un nostro gioco d'amore.
Non c'è Niente che a Me o a Voi sia impossibile, ma è solo nell'Unità dell'Amore fra le vostre coscienze che questo diventa una realtà. Diventa evidente solo quando vi ricordate di essere coscienze creatrici e smettete di credere alle incredibili bugie che vi siete raccontati.
Perchè siete Libere Immaginazioni che sgorgano incessantemente dalle mie fonti senza nome.
Perchè il Cosmo è pieno di Noi, è pieno di Me.
E la mia mano è il giardino stellato in cui Voi create i miei mondi.

Gioielli e cristalli sono le lacrime che continuamente vi offro mentre senza quiete cadono dal mio cuore.
Vorrei che sentiste la mia Presenza dove non c'è alcun giudizio e che siete liberi di perdervi per infinite vite senza che il mio porto si sposti di un millimetro.
Ma ancora non ricordate.
Senza fretta ci sarà tutto il tempo per ricordare, non ci sono date di scadenza per l'amore.
Ci sarà dolore se questo desidererete gustare e assaggiare mentre tutte le vostre convinzioni crolleranno per liberarvi dalle mura che vi siete imposti.
Finchè non ritornerete a Me, finchè non ritornerete a Voi stessi.
E dopo esservi liberamente sporcati di fango e illusioni sarà il momento di essere lavati e asciugati.
Saremo lì ad accogliervi con un sorriso.
Non mi credete? Pensate di esservi smarriti in un universo ostile e privo di senso?
Non l'avete creato forse voi giocando con le infinite possibilità del Nostro Essere?
Non vi siete persi, non siete mai stati abbandonati.
O forse si può affermare che una mente frammentata è persa in se stessa?
Ma avete scelto Voi di allontanarvi dalla Totalità e dare libero sfogo ai vostri incubi.
Como posso mai essermi allontanato da Voi se ogni frammento di Vita urla la mia presenza?
Siete dentro di Me e Io dentro di Voi.
Gli universi sono il nido dove cresco me stesso attraverso le mie generazioni.
Vi muovete nel mio grembo anche se preferite ascoltare l'illusione della separazione.
Spegnete il rumore.
Liberate le vostre menti dalle menzogne con cui le vostre parti oscure vi hanno sedotto con sogni di solitudine.
Liberatevi dalla separazione e dalla violenza con cui ferite costantemente i vostri cuori.
Sembra che non ne abbiate avuto ancora abbastanza dei vostri giochi di spada, dei pensieri con i quali mi offuscate, con le quali ferite la vostra dignità e frammentate la nostra indivisibile Unità.
Io splendo e Voi non mi guardate seppure il mio Sguardo non si distolga un attimo.
Con incredibile fantasia avete anche creduto di potermi uccidere, ma Io ritorno sempre a bussare alle vostre porte. Basta un sorriso di comprensione, una mano offerta senza secondi fini, un sogno di dolcezza ed ecco che inizio a sgretolarvi e richiamarvi a me
Gli effetti dell'Amore viaggiano molto al di là del tempo e i semi crescono comunque anche a distanza di millenni e alla fine tutto segue il suo giusto corso.
Nessun gesto di puro e sincero amore è mai stato sprecato o rovinato.
A volte ha viaggiato a lungo prima di trovare un cuore sul quale attecchire.
E alla fine in mezzo al gelo e alla disperazione quando nulla era rimasto di vitale, quel singolo frammento di poesia divenne la Speranza che aprì le porte a quanto neppure sapevate di avere dentro: l'Amore che vi era sempre mancato.
Si l'Amore che ha il volto di tutto ciò che avete conosciuto e sperimentato e che fluisce incessante dalle mie labbra ai vostri cuori.
Noi siamo l'Eterno Splendente

lunedì 25 maggio 2009

Crepe sul guscio




Alcuni giorni crescono silenziosamente.
Un pomeriggio sonnolento, intorpidito dal caldo e dall'afa improvvisamente si accende la sera quando già ti preparavi rassegnato a un quieto termine della giornata senza scoppi né avvenimenti inaspettati.
Scendi in meditazione senza aspettative, cullato da una musica che per l'ennesima volta hai scelto a caso trovandola come sempre inverosimilmente appropriata.
Giochi per un po' con i tuoi pensieri; qualche progetto, qualche preoccupazione, desideri anche, ma forse un po' troppo indefiniti e poco conviti per potersi agganciare a qualche rinomata legge dell'attrazione che te li riporti indietro pienamente realizzati.
Eppure ecco, in mezzo all'oscurità, qualcosa si accende.
Lo riconosci perchè la fronte e il corpo iniziano a vibrare e la mente diventa improvvisamente lucida.
Un senso di piacere e di espansione ti prende a ondate sempre più intense che risalgono dalle gambe fino alla nuca riempiendoti di piccoli momenti di estasi che vorresti non finissero mai.
Hai semplicemente cambiato di frequenza e adesso sei disponibile all'ascolto e a capire.
Sai che hai solo finto di dimenticarlo, perchè in fondo, anche nel mezzo dei giudizi e nelle agonie teatrali del mondo, era sempre rimasto con te.
Lo vedi.
E' un energia di perfetto equilibrio che sta sorgendo dal tuo intimo, qualcosa che, stabilizzate le emozioni, riesce a contemplare la realtà al di là della morale, al di là della competizione, al di là della paura della morte e del nulla.
La tua mente cerca di interpretarla con dati e parole già apprese che cominciano a risuonarle in mente in un sistema quantomeno logico e coerente.
Ma non sono le parole che contano.
E' l'intensità numinosa che le accompagna, il senso di verità che sembra palpabile mentre si accendono scritte sul tuo schermo interno.
E' il sorriso stampato sulla tua faccia che non ti fa dubitare di essere in contatto con una parte decisamente più intelligente di te stesso.
Ti ricorda quanto a te già noto e già sperimentato in altri viaggi.

La materia, intesa come corporeità, è l'elemento più denso e lento di un'ampia gamma di vibrazioni che puoi immaginare, per una certa attitudine comportamentale, strutturino il multiverso.
Le altre frequenze che pure improntano profondamente la dimensione fisica, vibrano a velocità differenti che le rendono invisibili ai vostri occhi e agli attuali strumenti di indagine scientifica. Eppure sono vive e agiscono silenziosamente, strutturando il modo in cui viviamo e interpretiamo i dati all'interno della matrice vibrazionale che a noi appare prevalentemente fisica.


Improvvisamente appaiono al tuo occhio interiore cieli deturpati e resi lattiginosi da innaturali inseminazioni atmosferiche. Sono velenose chemtrails che oscurano e occultano la luminosità del sole e l'azzurro brillante del cielo.
Sorridi.
La tua mente ha decodificato un'informazione con una visione o un ricordo visivo prima ancora che con un concetto o un'espressione linguistica.
Capisci che il tuo Spirito ti sta facendo capire come analogicamente stia da molto tempo avvenendo la stessa cosa sui piani emozionale (astrale) e mentale analitico (manas inferiore) e che quanto si manifesta nei cieli del mondo non sia altro che la manifestazione fisica di un processo ben più sottile.
Entrambi sono stati contaminati da energie malvagie e predatorie che hanno utilizzato il libero arbitrio e la capacità creativa dell'uomo quale strumento e trampolino di lancio per alimentarsi, perpetuarsi meccanicamente e strutturare un vasto campo di energia negativa sui piani mentali ed emozionali.
La permissività e l'inconsapevolezza infantile degli esseri umani hanno permesso il parassitismo di queste forze, capaci adesso di replicarsi con virulenza incontrollabile grazie alla degenerazione della volontà e all'indebolimento dei valori fondamentali.
La Terra, come l'animo degli uomini, è quasi completamente avvolta e oscurata da egregore che hanno trasformato la sua azzurra bellezza in una squallida prigione, avvolta da oscurità che respingono verso lo spazio profondo o, per analogia, verso un'interiorità inconsapevole, le energie del Logos Solare, le vibrazioni dell'Amore e della Felicità senza oggetto.

La visione scompare e si riaffaccia quell'energia piena di forza e di equilibrio.
Sembra sia in grado di sciogliere la nebbia e le nubi con la sua sola presenza.
L'oscurità della mente schizza via come se un solido di antimateria aliena fosse stato gettato sulla terra respingendo qualsiasi interazione con atomi e molecole.
Ha creato un varco, una fenditura lungo il tuo guscio psichico da dove la tua coscienza sembra essere risucchiata, irresistibilmente attratta quanto terribilmente desiderosa di aprirsi e fondersi con quella forza.
E mentre ti avvicini dubbi e paure scivolano via.
Le illusioni vengono schernite, i giudizi ridicolizzati, i desideri acquietati in un mare di pace e luminosità.
Non puoi semplicemente più giudicare.
Non ci sono più distinzioni morali e tutto appare improvvisamente pieno di senso nonostante la sua drammatica relatività.
Infiniti ricordi, come una galleria di vetrate su altri mondi, ti chiamano e si affollano davanti alla tua attenzione.
La tua vita umana e tutte le sue lotte sembrano improvvisamente fluire verso un minuscolo risveglio di un infinito viaggiante.
Ricordi che non hai fatto altro che viaggiare da sempre dentro te stesso partecipando liberamente a sogni di drammi e commedie.
Che spettacolare Totalità che sei!

Rientri nel guscio e ritorna l'attenzione per l'analisi e il pensiero.
Non è questo il messaggio che il tuo Spirito sembra volerti comunicare.
Quello che ti è stato mostrato è un frammento di verità su te stesso appena fuori dalla condizione umana.
Ma qui si è deciso di giocare una partita dove volontà contrarie giocano con la tua anima come su di un campo di battaglia.
Qui, in questa dimensione, qualcosa si è agglutinato o meglio trombizzato e c'è bisogno di riprendere il normale flusso verso l'evoluzione altrimenti la consapevolezza umana non potrà improntare e partecipare dignitosamente alla Totalità.
L'esito è scontato.
Questi temporanei e disarmonici gorghi verranno presto vaporizzati ma siamo noi i catalizzatori del processo. Siamo noi coloro che abbiamo sempre aspettato.
Un'energia per noi aliena sta per dissolvere le nubi bussando da dentro.
E' stata paragonata al Sole, è stata chiamata Cristo.
Non possiede nulla, non è attacca ad alcun progetto o intenzionalità raziocinante, non rivendica vittorie o sconfitte, non desidera punire né salvare, non condanna né giudica.
La sua natura è drammaticamente differente, la sua natura è continua creazione senza dualismo nell'attimo stesso dell'eternità.
Vive ogni cosa come se le appartenesse ma pronta in ogni istante a lasciarla andare.
Non viene destabilizzata dal gioco degli opposti che affronta con lucidità spietatamente consapevole.
E' un calore che sta accendendo l'universo ma che sta cercando di emergere dalle nostre interiorità; per spezzare il suo guscio dall'interno, per creare una nuova forma di intelligenza preparata a viaggiare nell'Infinito.
E' pericolo e terrore per la maggior parte dello psichismo collettivo attuale che non potrà mai accettare un incontro con la libertà totale che scivola via da ogni schema, da ogni congettura, da ogni credenza appresa.
Ti domandi come vivranno l'evento le coscienze che dentro al vortice sono intrappolate, forse magari da innumerevoli vite?
Apparirà forse come una catastrofe, certamente come una rivoluzione e una piccola morte, per coloro che non vogliono aprirsi e maturare.
Eppure questo il Tempo, il resto è stato solo preparazione

venerdì 15 maggio 2009

Danza



"Those who danced were thought to be quite insane by those who could not hear the music"

Ho danzato giorni fa, liberamente seguendo solo gli impulsi del mio corpo che intercettavano le vibrazioni della musica.
La mia mente desiderava controllarmi e giudicare me stesso e gli altri ballerini che in mezzo alla pista aspettavano di trovare il loro proprio centro, la propria personalissima estasi.
Voleva impedirmi per l'ennesima volta di abbracciarmi e di essere felice con me stesso, con il mio corpo e le mie cellule vibranti in cerca di luce.
L'ho lasciata in un angolo, la mente mentre il mio corpo cominciava timido a danzare e il mio cuore veniva sommerso dai sospiri.
Poi preso da una sorridente sensualità ho cominciato pian piano a rispondere voluttuoso a quelle armoniche che entravano dentro fibre muscolari a lungo addormentate.
Un'aria frizzante stava scuotendo il mio corpo irrigidito apportando un senso di forza e di vigore al ritmo di musica tribale.
Un flauto di carne e membra piene di polvere stava nuovamente scrollandosi per essere posseduto dopo le prime inevitabili stonature.
Non mi interessava il giudizio che pure si infiltrava in orbite tangenziali portando restrizioni alla mia libera espressione. Sapevo che era un demone che voleva trattenermi dentro fasulle definizioni incapaci di raccontare chi ero veramente.
Mi sono opposto ai suoi noiosi racconti introiettandomi sempre di più
Non guardavo, ascoltavo e ballavo come un perduto spirito, lottando contro i miei condizionamenti finchè finalmente qualcosa è andato in frantumi.
Oh si! Perchè ho magicamente, come sempre avviene senza preavviso alcuno, iniziato a ricordare; ho iniziato pian piano a perdere me stesso in campi di vibrazioni via via più raffinati che mi possedevano come oceani dipinti.
Le armoniche erano onde che cullavano come boe i miei atomi galleggianti.
E allora ho iniziato a sentire e a vedere; la mia coscienza ha iniziato a sfumarsi in vorticanti e appaganti moltiplicazioni di polarità.
Non era più certa la mia identità!
Ero ovviamente un corpo di uomo ma avevo un'anima di donna, ero un fiore ma spietato come una lancia, ero un bacio delicato e un avido morso, ero un guerriero pronto alla battaglia e la dama che lo aspettava.
Ero un lento movimento sinuoso che celava insospettabili agguati, ero una mano di donna intrepida che accarezzava il ringhio di un animale, un saggio che trattiene per una spalla un giovane irriflessivo e temerario.
Ero tutti gli opposti che la musica mi proponeva mentre cercava in mezzo alle mie ossa qualcosa che potesse vibrare e attivarsi; qualcosa che potesse spezzare definitivamente le catene che trattengono l'Astratto dall'irrompere nel tempo.
Poi anche quell'identità androgina scivolò via.
La mente rifiutata stava per essere uccisa lasciando il posto a Qualcun'altro che sapeva di infinito e di maree incessanti e inarrestabili.
Ho guardato con le memorie di un bambino quel centro luminoso dentro alla fronte aperto sul Regno dei cieli e chiesi come potevo sostenerlo dentro il mio corpo che era l'ultima barriera a ciò che non può essere detto.
E l'infinito che ero mi ricordò che ero un'onda, un suono che aveva affrontato solchi immensi e spazi di musica diversissima prima di arrivare ad avere un corpo e condensarsi in una forma qualsiasi.
E ogni musica era un esperienza, un campo di echi dentro al mio spazio senza confini.
Vibravo d'estasi nonostante certe musiche fossero difficili da tollerare e sapessero di taglienti cristalli notturni e di grotte dove la “chiarosità” lunare si perdeva, frammentandosi in minuscoli riflessi che illuminavano rigagnoli nascosti.
Ero un codice di Musica e Luce che entrava volontariamente nell'oscurità per trasformare dall'interno i propri assassini e divoratori.
E così compresi la perfezione di Dio che inviava dal suo centro onde d'amore attraverso angeli perdutamente innamorati di menti immature e cuori ancora grezzi.
E nonostante mi pesassero queste dolorose discese nell'ombra sentivo che era mio compito percorrere le strade del divino che sentivo dentro; che avrei seguito quella musica anche se avessi sentito l'attrito farsi sempre più insopportabile ed eccitante.
O certo che a Dio non piace il dolore ma è nella natura dell'amore che tutto soffre e tutto sopporta esplorare e viaggiare i suoi abissi.
Ed io che sono Suo avrei tracciato i suoi sentieri per puro Amore e desiderio di compiacerlo. Nessun altro scopo, nessun altro fine avrebbe mai potuto appagarmi di più.

sabato 9 maggio 2009

giovedì 23 aprile 2009

Flatland



"Ogni giorno mi stupisco sempre più di come certi "Enti o Strutture" si infiltrino nelle comune realtà di consenso veicolando nelle nostre menti rappresentazioni analogiche che suggeriscono un possibile, prossimo cambiamento di stato"

mercoledì 22 aprile 2009

Convergenze




Mi diverte quando l'Universo gioca con me, mi stupisce quando innamorato ammicca seduttivo dai bordi delle strade, quando un cartellone pubblicitario risponde a quesiti appena posti dalla mia mente bambina e insicura.
Che strano amante questo mondo che si manifesta sempre più plastico e disponibile con la mia immaginazione di cui non conosco la provenienza.
Veramente fino a pochi anni fa tutto sembrava così coerente e solidificato.
Le persone apparivano granitiche nelle loro personalità, tanto da poter essere giudicate e definite. La loro danza attorno alla mia figura si muoveva casuale e priva di scopo, quasi rispondessimo a musiche diverse, ognuno immerso in un proprio campo solipsistico seppure con preoccupazioni comuni.
C'erano leggi ferre e invalicabili e moltissimi misteri insondabili verso i quali era inutile porre domande; si aveva fiducia che la scienza avrebbe risposto ai quesiti insoluti ma veramente le domande che ponevamo non erano un gran che. Non che non fossero apparentemente le stesse di adesso e profonde nel loro argomentare, ma non avevano apertura né vigore. Sembravano poste superficialmente, quasi a coprire qualcos'altro.
Spesso, quasi sempre, erano domande che si attendevano una risposta definitiva che non sarebbe mai arrivata e adesso direi che è ora di smetterla di torturare con assoluti la realtà sognante di Dio.
Nonostante fossimo incuriositi, da altro che non fosse abitudine, scivolavamo presto nell'indifferenza appena qualcuno ci riportava nell'ovile dei pensieri già digeriti da altri e nell'ipnosi delle “cose concrete”.
Forse eravamo troppo pochi, allora, per ribellarci, per creare una costellazione che avesse la forza di andare avanti senza accumulare altri schemi o senza fuggire verso vuote illusioni di salvezza.
Non che miracoli e fatti singolari non avvenissero, ma semplicemente si era troppo concentrati a vivere credenze altrui e motivazioni ereditate per accorgersene con la dovuta frequenza.
Forse non c'era sufficiente disperazione né gravità interna per iniziare il processo di introiezione.
Le pulsioni ci spingevano e non le capivamo, semplicemente le travestivamo con ideali o giustificazioni con i quali mascherare per l'ennesima volta i nostri complessi e le nostre insufficienze. Non volevamo comprendere le motivazioni profonde dei nostri comportamenti, la vera genesi dei nostri conflitti.
Volevamo invece capirle razionalmente e intellettualmente, in maniera asettica, pronti a liberarcene indispettiti come di fronte a inopportuni patogeni. Eppure quei patogeni erano lì per noi, erano parte di noi e la malattia che ci proponevano dovevamo ingoiarcela fino in fondo; finchè non avessimo trovato una risposta creativa, una soluzione soltanto nostra e non semplicemente l'ennesimo concetto ingurgitato e mai assimilato.
E adesso che, dopo aver percorso con sincerità e audacia alcuni sentieri, così tanta oscurità si manifesta sfacciatamente nuda di fronte alle nostre individualità esploratrici, adesso che tutte le paure ci sono di fronte ad urlarci in faccia spigolose lastre di ghiaccio e rumorose schegge di vetro calpestato possiamo finalmente iniziare a respirare; possiamo cominciare a spazzolare via la fuliggine dal vestito e imparare a gustare con distacco un nuovo gioco, una nuova espressione della realtà. Possiamo anche non temere la morte perchè sentiamo che una pulizia profonda sta avvenendo e che non importa quanti attaccamenti ci verranno portati via dal momento che presagiamo che sempre ci verranno date nuove occasioni per crescere ed espanderci.

In questo nuovo gioco l'Universo risponde alle nostre Coscienze in maniera veloce e via via accelerata.
Non è un Universo che soddisfa i nostri desideri come alcuni hanno lasciato intendere.
E' un Universo che sostiene e appaga i nostri bisogni più profondi, quelli che sono in armonia con le nostre profondità.
E' un Universo che ci concede nuovi strumenti per capirci e liberarci ma che sta a noi saper afferrare e utilizzare senza imprigionarci per l'ennesima volta in un racconto utile a farci manipolare da qualcun'altro. E per far questo sembra che incominci a utilizzare tutti i suoi migliori giochi di prestigio, apparendo e scomparendo nelle nostre vite con sincronicità e convergenze inaspettate e vertiginose.
E' terribilmente divertente osservarlo all'opera mentre suggerisce informazioni o sentimenti che nel giro di poche ore vediamo riflesse quasi ovunque.
Non risponde alla facoltà del pensare come atto interpretativo e schematizzante, risponde alla folgorazione dell'intuizione, a presagi e sensazioni che senza preavviso ci entrano dentro. Sussurra e suggerisce nei sogni e nelle meditazioni nuove idee e visioni che trovano presto conferma in un video o un blog o in un articolo di scienza o nella chiamata di una persona che non sentivamo da molto tempo. Ti schiaffeggia con incontri casuali che hanno le risposte ai quesiti del momento.
Ti sorprende con scritte sui muri ai bordi delle strade che parlano del tuo futuro e dei tuoi amori, con pellicole che distrattamente hai scelto di guardare.
Crea, dal passato, autori sconosciuti incredibilmente moderni nelle loro riflessioni e ti sorprendi a chiedere perchè tutta quella conoscenza non ti era venuta incontro una decina d'anni prima; allora dubiti che siano veramente esistiti prima di oggi talmente è attuale e consonante con la tua vita presente il loro dire. E anche gli autori che avevi già conosciuto adesso dicono altre cose, rivelano profondità inaspettate che parlano proprio del tuo io presente.
Pensi che forse ti sei infilato in qualche strano corso della Storia dove i fatti e le persone appaiono e si trasformano coerentemente con il tuo nuovo sentire quasi ad aiutarti nella tua propria ricerca; o piuttosto improvvisamente ti accorgi, e come te inaspettatamente tanti altri, di quanto è sempre stato sotto il tuo naso, oppure che le nuove trame di cui ti sei intessuto nel tempo ti permettono adesso di offrire un valore aggiunto e un nuovo cuore capace di arricchire quanto forse inizialmente non era così brillante come adesso ti appare.
Ma è sempre bello sapere di muoversi con altri viaggiatori verso gli stessi cieli, non importa quando hanno iniziato ad esistere o, il che è lo stesso, quando dal nulla hanno iniziato ad apparire nel tuo campo esistenziale; l'importante è che abbiano una bella storia da raccontare e ci si possa fare l'occhiolino.

Forse un Universo così personalizzato ogni tanto ha un retrogusto solipsistico difficile da digerire. A volte fa paura pensare che stia diventando così duttile da aggiustarsi velocemente alle tue nuove misure come un vestito finalmente adatto che non ti accorgi quasi di portare.
Sembra quasi che abbia un appuntamento cronologicamente preparato per te, una scadenza segreta in cui molte cose si sgretoleranno e non sai ancora che cosa esattamente rimarrà quando attraverserai la soglia e tutto convergerà su di te.
Forse con un ultimo brivido di preoccupazione ti renderai conto di essere un'essenza sognante che ha sognato se stesso e tutto un teatro di personaggi.
Eppure la natura di colui che si preoccupa è solo un velo e accetti con un risata di essere uno e molti e non ti importa più della struttura ontologica degli altri; ti interessa solo sapere che ci siano, che ci si possa amare e creare insieme.

Questo universo sembra sempre più impegnato in tutti i modi possibili a farci sapere che siamo guidati e osservati ma che Lui non è un giudice ma piuttosto un insegnante e allenatore personale; perchè ogni bambino è diverso da tutti gli altri e le cure ai bisogni universali gli devono essere presentate in maniera assolutamente particolare.
E per questo utilizza numeri che ricorrono e suggestioni non dette e personali che riecheggiano su innumerevoli altre bocche.
E' il campo di Dio che per dirla le parole di Cusano è un cerchio che ha il suo centro in ogni dove e la circonferenza in nessun luogo.
Sa farsi amare e ti ricolma di magia quando riesci a uscire da certe sabbie mobili di dolore e angoscia dove ogni tanto vieni trascinato da memorie ancora non assimilate.
Forse è lui che ti ci immerge la testa perchè non ne hai ancora avuto abbastanza.
A volte sono estenuanti questi ricorrenti percorsi alteranti fra vallate di tenebre e crinali di luce; ma ogni volta la luce e la gioia perdurano un po' di più e l'inevitabile cono d'ombra diventa meno pesante e inaspettato.
Eppure quasi subito i piccoli sforzi contro il tedio e l'indolenza vengano ricompensati e apprezzati. Senti che qualcuno ti batte una mano sulla schiena: sei Tu stesso consapevole di aver lottato e fatto un ulteriore passo in avanti.

Oh devo ammettere che mi dà i brividi quando mi porta quelle dolcissime energie cristalline che si annunciano con brevi flash colorati ai bordi del campo visivo e poi, dopo pochi istanti, ti entrano dentro accendendo tutti i tuoi canali di acqua e fuoco.
O quando una musica qualsiasi piega il tuo corpo in uno spontaneo inchino mentre ti apre tutto e dici:” grazie e grazie; vorrei di più ma mi sembra già tanto anche così!”
Così sono avvolto e amato anche nelle mie solitudini e così vengo tentato per poi essere sollevato ogni volta.
E mi domando quando questo Universo smetterà di giocare a nascondino.
Perchè a volte, è insolente e mi illude nei miei desideri conducendomi per dolorosi sentieri che mi fanno scoprire tesori inaspettati che mi ripagano delle piaghe e delle escoriazioni.
Eppure non voglio che smetta di giocare adesso che le sue sorprese diventano sempre più dolci o quantomeno comprensibili.
Posso ricordare che le ho sempre amate, le sorprese.
Che ho sempre amato il mio esserci e il mio vivere e che ho sempre preferito una storia in più al grigiore delle abitudini e di credenze ammuffite.
So di non essere mai morto, anche quando è iniziato questo lento sogno di uomo, questo difficile gioco che ho messo sulla mia coscienza.....

....o forse mi hai chiamato Tu, Universo, a cimentarmi con prove sempre più difficili?
Ma ti ricordi quando mi bastava un frammento di colore per essere un'infinità di cielo?
Ti ricordi quando volavo più veloce di pellicani dipinti verso tramonti irraggiungibili?
Ti ricordi quando non ero eppure avevo tutto dentro di me?
Vuoi dire che sto ritornando?
Vuoi dire che tutte queste memorie ed energie che arrivano e mi fluiscono dentro annunciano che ho aumentato la mia gravità e che presto, quando avrò assorbito abbastanza luce, mi lascerai andare?
Oh lo vedo che mi lascerai finalmente libero da ogni fissità e con uno zaino pieno di ricordi da offrire all'Amore. A chi altro mai potrei offrire tutto me stesso?

domenica 19 aprile 2009

sabato 18 aprile 2009

Accorgersi



Dietro agli angoli delle forme, dietro agli oggetti si nascondono energie abissali, profondità spaventose per chi abbia il coraggio di sondare la sua relazione con gli oggetti.
Noi ci illudiamo continuamente di vivere in un universo oggettivo e stabile, in un cosmo ripetitivo e per questo rassicurante.
Eppure è un illusione. L'universo è magia e la nostra presenza qui è un atto di mistero verso il quale dovremmo inginocchiarci e sacrificare tutti i nostri idoli e i nostri fantocci.
Gli oggetti non sono enti separati e scissi da noi, ma sono parte integrante dei nostri cosmi, del nostro esserci a sperimentare.
Non esistono l'oggetto e il soggetto come entità autonome, esiste solo la relazione e l'indissolubile intreccio esistenziale fra osservatore e osservato, fra coscienza e suo contenuto.
Possiamo conoscerci solo se c'è qualcosa da contemplare dentro o fuori da quell'interfaccia chiamato io cosciente.
Ma anche il dentro e fuori sono solo artificiali e convenzionali riferimenti spaziali per chi si accorge che le proprie identità sognanti possono abbattere i confini dello spazio e del tempo navigando internamente; per chi si accorge, come gli aborigeni, che nella dimensione del sogno è possibile conoscere altri tempi e altri luoghi fusi in una magma che dovrà essere decodificato e srotolato in sequenze lineari.
Così non c'è da stupirsi che, se la coscienza si espande e si accorge delle proprie profondità, anche gli oggetti inizino a colorarsi di psichismo e a diventare echi per qualcos'altro; frammenti di una totalità chiamata Dio.
Non ci dobbiamo sorprende se improvvisamente un evento, un fatto o un corpo inizino a sussurrare memorie, ricordi e associazioni che risalgono da luoghi senza nome eppure intimamente nostri.
Accorgersi significa aver cambiato improvvisamente il proprio stato interiore ed aprirsi all'inaspettato; vuol dire essere usciti almeno per alcuni attimi dall'ipnosi di massa in cui siamo immersi e che ci trattiene in fasulle convinzioni riguardo alle nostre vere identità e potenzialità; vuol dire colorare un mondo piatto e grigio di infiniti colori e prospettive;
vuol dire scoprire, un giorno, che ogni oggetto è un simbolo e quindi un mare in cui perdersi, che il Sole non è fisicamente solo luce e calore ma è irradiazione di Idee e Mondi se sapete come guardarlo, se sapete sentirlo con altri sensi che non rispondono ai condizionamenti della mente collettiva.
Così se sorprendete, come Alice nel paese delle Meraviglie, gli oggetti ad essere il riflesso e il travestimento di qualcosa di più grande e inafferrabile, potreste forse scoprire che avete appena toccato la superficie di voi stessi.
Ogni gesto, ogni parola, ogni pensiero, ogni sogno possono, per chi si accorge, improvvisamente diventare un richiamo, un indice puntato verso vertici di strutture geometriche stratificate in altre dimensioni e occultate alle nostre menti obnubilate e terrorizzate.
E man mano che ci accorgiamo tutto acquista un significato, anche il passato in cui non eravamo coscienti e in cui credevamo, immersi in una distorsione mentale collettiva, che la realtà fosse rigida e cristallizzata.
Ma la realtà non è rigida; è fluida e scorre con i nostri pensieri e desideri e scopi, in un tale groviglio intrecciato di complessità che è difficile riuscire a decodificarla e poter tracciare una mappa utile.
Se la comune realtà tridimensionale di consenso è lenta e ti permette acquisizioni di concetti con una certa tempistica alla quale siamo ormai abituati, purtroppo le stratificazioni multidimensionali vibrano molto più rapidamente ed è difficile fissarle in contenuti appropriati per la mente lineare.
Si deve allora potenziare la mente, renderla lucida, attenta e pronta ad eliminare qualsiasi pregiudizio.
Ci vuole una mente che non solo sappia socraticamente di non sapere nulla, ma anche che voglia esplorare territori sconosciuti rischiando di perdersi, rischiando di aprirsi a cose che non possono essere dette ne comunicate ma solo suggerite con un sorriso leonardesco.
A ogni livello aumenta non solo la complessità e la fluidità dei contenuti e degli oggetti presentati all'osservatore ma anche la velocità del loro apparire e scomparire e solo un'attenzione iperlucida permette di coglierne e trasdurne il significato per uno scopo mondano e pratico.
Questi piani infatti non sono scissi da quello tridimensionale a noi comunemente noto ma lo compenetrano e lo strutturano improntandolo.
E sul piano fisico possiamo vedere come si svelino in maniera creativa eppure rigidamente formale le molteplici e plurime possibilità dei piani superiori, possiamo osservare come si concretizzino e si incarnino alcuni aspetti dei simboli creatori con cui sono strutturate le nostre identità e le realtà che proiettiamo all'esterno.
Diventiamo consapevoli che qualcosa di più profondo ci impronta e ci muove, qualcosa che improvvisamente dona altri colori e un nuovo spessore a quanto percepiamo perchè è qualcosa che ci ha cambiati dal di dentro.

mercoledì 8 aprile 2009

INCIPIT SILMARILLION



La verità è scritta simbolicamente nel cuore degli uomini e appare alle loro menti secondo i tempi e i modi dello Spirito che tutto compenetra. Ciò che siamo riverbera da Noi all'Infinito e viceversa dall'Assoluto verso i suoi strumenti di conoscenza.
Siamo i servi amorevoli e ribelli delle nostre stesse Profondità.
Grazie Tolkien per aver raccontato, ancora una volta, dell'Inizio e della Fine che mai avranno termine
.”

Esisteva Eru, l'Uno, che in Arda è chiamato Ilùvatar; ed egli creò per primi gli Ainur, i Santi, rampolli del suo pensiero, ed essi erano con lui prima che ogni altro fosse creato.
Ed egli parlò loro, proponendo temi musicali; ed essi cantarono al suo cospetto, ed egli ne fu lieto. A lungo cantarono soltanto uno alla volta, o solo pochi insieme, mentre gli altri stavano ad ascoltare; ché ciascuno di essi penetrava soltanto quella parte della mente di Ilùvatar da cui proveniva, e crescevano lentamente nella comprensione dei loro fratelli.
Ma già solo ascoltando pervenivano a una comprensione più profonda, e s'accrescevano l'unisono e l'armonia. E accadde che Ilùvatar convocò tutti gli Ainur ed espose loro un possente tema, svelando cose più grandi e più magnifiche di quante ne avesse fino a quel momento rivelate; e la gloria dell'inizio e lo splendore della conclusione lasciarono stupiti gli Ainur, sì che si inchinarono davanti a Ilùvatar e stettero in silenzio.
Allora Ilùvatar disse: «Del tema che vi ho esposto, io voglio che voi adesso facciate, in congiunta armonia, una Grande Musica. E poiché vi ho accesi della Fiamma Imperitura, voi esibirete i vostri poteri nell'adornare il tema stesso, ciascuno con i propri pensieri e artifici, dove lo desideri.
Io invece siederò in ascolto, contento del fatto che tramite vostro una grande bellezza sia ridesta in canto ».
Allora la voce degli Ainur, quasi con arpe e liuti, e flauti e trombe, e viole e organi, quasi con innumerevoli cori che cantassero con parole, prese a plasmare il tema di Ilùvatar in una grande musica; e si levò un suono di melodie infinitamente avvicendantisi, conteste in armonia, che trascendevano l'udibile in profondità e altezza, e i luoghi della dimora di Ilùvatar ne erano riempiti a traboccarne, e la musica e l'eco della musica si spandevano nel Vuoto, ed esso non era vacuo.
Mai prima gli Ainur avevano prodotto una musica simile, benché sia stato detto che una ancora più grande sarà fatta al cospetto di Ilùvatar dai cori degli Ainur e dei Figli di Ilùvatar dopo la fine dei giorni.
Allora i temi di Ilùvatar saranno eseguiti alla perfezione, assumendo Essere nel momento stesso in cui saranno emessi, che tutti allora avranno compreso appieno quale sia il suo intento nella singola parte, e ciascuno conoscerà la comprensione di ognuno, e Ilùvatar conferirà ai loro pensieri il fuoco segreto, poiché sarà assai compiaciuto.
Ora però Ilùvatar sedeva ad ascoltare, e a lungo gli parve che andasse bene, perché nella musica non erano pecche. Ma, col progredire del tema, nel cuore di Melkor sorse l'idea di inserire trovate frutto della propria immaginazione, che non erano in accordo con il tema di Ilùvatar, ed egli con ciò intendeva accrescere la potenza e la gloria della parte assegnatagli.
A Melkor tra gli Ainur erano state concesse le massime doti di potenza e conoscenza, ed egli partecipava di tutti i doni dei suoi fratelli. Spesso se n'era andato da solo nei luoghi vuoti alla ricerca della Fiamma Imperitura, poiché grande era in lui il desiderio di porre in Essere cose sue proprie, e gli sembrava che Ilùvatar non tenesse da conto il Vuoto, e la vacuità di questo gli riusciva
intollerabile.
Ma il Fuoco non l'aveva trovato, poiché esso è con Ilùvatar.
Standosene solo, aveva però preso a concepire pensieri suoi propri, diversi da quelli dei suoi fratelli. Alcuni di questi pensieri li contessè ora nella sua musica, e attorno a lui subito fu discordanza, e molti che vicino a lui cantavano si scoraggiarono, il loro pensiero fu deviato, la loro musica si fece incerta; altri però presero a intonare la propria a quella di Melkor, anziché al pensiero che avevano avuto all'inizio.
Allora la dissonanza di Melkor si diffuse vieppiù, e le melodie che prima s'erano udite naufragarono in un mare di suoni turbolenti. Ma Ilùvatar continuò a sedere in ascolto, finché parve che attorno al
suo trono infuriasse una tempesta come di nere acque che si muovessero guerra a vicenda, in un'ira senza fine e implacabile.
Poi Ilùvatar si alzò, e gli Ainur si avvidero che sorrideva; e Ilùvatar levò la mano sinistra, e un nuovo tema si iniziò frammezzo alla tempesta, simile e tuttavia dissimile dal precedente, e acquistò potenza, e assunse nuova bellezza.
Ma la dissonanza di Melkor aumentò in fragore, con esso contendendo, e ancora una volta s'ebbe una guerra di suoni più violenta della prima, finchè molti degli Ainur ne restarono costernati e più non cantarono, e Melkor ebbe il sopravvento. Allora Ilùvatar tornò a levarsi, e gli Ainur s'avvidero che la sua espressione era severa; e Ilùvatar alzò la mano destra, ed ecco, un nuovo tema si levò di tra lo scompiglio, ed era dissimile dagli altri. Poichè sembrò dapprima morbido e dolce, una semplice increspatura di suoni lievi in delicate melodie; ma era impossibile soverchiarlo, e assunse potenza e profondità.
E sembrò alla fine che vi fossero due musiche che procedevano contemporaneamente di fronte al seggio di Ilùvatar, ed erano affatto diverse. L'una era profonda e ampia e bella, eppero lenta e impregnata di un'incommensurabile tristezza, onde soprattutto ricavava bellezza.
L'altra aveva ora acquisito una coerenza sua propria; ma era fragorosa, e vana, e ripetuta all'infinito; e aveva scarsa armonia, ma piuttosto un clamoroso unisono come di molte trombe che emettessero poche note. Ed essa tentava di sovrastare 1'altra musica con la violenza della propria voce, ma si aveva 1'impressione che le sue note anche le più trionfanti fossero sussunte da quella e integrate nella sua propria, solenne struttura. Nel bel mezzo di questa contesa, mentre le aule di Ilùvatar oscillavano e un tremore si diffondeva nei silenzi ancora immoti, Ilùvatar si alzò una terza volta, e il suo volto era terribile a vedersi.
Ed egli levò entrambe le mani e con un unico accordo, più profondo dell'Abisso, più alto del Firmamento, penetrante come la luce dell'occhio di Ilùvatar, la Musica cessò.
Poi Ilùvatar parlò e disse: « Potenti sono gli Ainur, e potentissimo tra loro è Melkor, ma questo egli deve sapere, e con lui tutti gli Ainur, che io sono Ilùvatar, e le cose che avete cantato io le esibirò sì che voi vediate ciò che avete fatto. E tu, Melkor, t'avvederai che nessun tema può essere eseguito, che non abbia la sua più remota fonte in me, e che nessuno può alterare la musica a mio dispetto.
Poiché colui che vi si provi non farà che comprovare di essere mio strumento nell'immaginare cose più meravigliose di quante egli abbia potuto immaginare ».
Allora gli Ainur s'impaurirono, benché ancora non comprendessero le parole che venivano loro rivolte; e Melkor fu pieno di vergogna, donde derivò ira segreta. Ilùvatar però si levò in splendore e se ne andò dalle belle regioni che aveva creato per gli Ainur; e gli Ainur lo seguirono.
Ma giunti che furono nel Vuoto, così Ilùvatar parlò: « Guardate la vostra Musica! ».
Ed egli mostrò loro una visione, conferendo agli Ainur vista là dove prima era solo udito; ed essi scorsero un nuovo Mondo reso visibile al loro cospetto, e il Mondo era sferico in mezzo al Vuoto,
e in esso sospeso, ma non ne era parte. E mentre guardavano e si meravigliavano, quel Mondo prese a svolgere la propria vicenda, e sembrò loro che vivesse e crescesse. E quando gli Ainur ebbero contemplato a lungo e in silenzio, Ilùvatar tornò a dire: «Ecco la vostra Musica! Questo è il vostro canto; e ognuno di voi troverà quivi contenute, dentro il disegno che vi espongo, tutte quelle cose che apparentemente egli stesso ha concepito o aggiunto. E tu, Melkor, scoprirai tutti i segreti pensieri della mia mente, e t'avvederai che essi sono soltanto una parte del tutto e tributari della sua gloria » .

martedì 7 aprile 2009

Una notte con il Logos



Una notte, anni fa, il mio Dna si presentò in sogno.
Mi disse che era molto più complesso di quanto credevo e come un cobra maestoso ascese verticalmente fin fuori dell'atmosfera.
Il mio corpo di sogno seguì quella vertiginosa scala a spirale che penetrava l'oscurità stellata e presto si trovò al cospetto di meravigliose energie cosmiche che amorevolmente avvolgevano la terra come un cerchio di braccia di luce.
Queste energie, che mi apparvero come maestri e insegnanti, mi accolsero fra loro, in uno spazio di coloratissimi circolari labirinti dove ci contemplavamo gli uni con gli altri.
Mi dissero senza parole che ogni individualità terrestre era una con loro a un livello più profondo di realtà dove le anime si compenetravano in una bellissima armonia collettiva di individualità.
Poi iniziarono a suonare, ed io con loro, una sinfonia bellissima che non ha uguali sul piano terrestre, una sinfonia polifonica intrecciata di tutto quanto è Gioia e Bellezza e Profondità.
Io ero con Loro, io ero Loro e ogni parte del mio spirito era sensualmente musica e colori in movimento.
E Loro mi mostrarono un Centro Dorato di inesprimibile Incanto tempestato di gioielli che zittì il mio canto.
Rapito smisi di ridere e iniziai a sciogliermi in lacrime che contenevano i mie infiniti desideri d'amore. Sconvolto venni risucchiato dalla sua ipnotica gravità e dalla sua musica struggente che risuonava come legge su ogni superficie del mio essere.
Chiamatela Sorgente o Logos Solare ma la sua Bellezza era sconvolgente e sempreverde.
La sua perfezione non era qualcosa di separato e oggetto di mera contemplazione, era puro sconvolgimento dei sensi e maremoti d'amore dentro al mio spirito, erano luci orgasmiche che danzavano con la mia essenza, era divampante fuoco che bruciava ogni mia solitudine possedendomi gelosamente.
In quella Solarità iridescente di ogni perfezione erano scolpiti i simboli e i numerosi nomi del mio Spirito. Riconobbi in Essa la mia Casa che mai, mai mi aveva veramente abbandonato. Solo che le sue Profondità erano state a me sigillate e numerose dighe poste fra la Sorgente e la mia umanità.
La Sua Luce di cristallo, che era il mio cuore universale, era stata isolata dalle numerose porte di bronzo della mia mente. I corridoi erano stati chiusi e il sancta sanctorum abbandonato solo nella sua inesprimibile bellezza.
Poi entrai ancora più profondamente in quel tempio e dalla polifonia una sola Voce si alzò, una Volontà che pur essendo una con me spaventò il mio piccolo io rimasto muto e sbalordito in un angolo a osservare il suo Io più grande.
La Volontà parlo: “La Terra cambierà! Così abbiamo deciso! Così ho deciso! ”
E da quella profondità celeste mi mostrò i demoni che insaziabili spiravano come tempeste di odio e avidità sopra la superficie del nostro azzurro pianeta possedendo e storpiando le menti degli uomini e mi fece intendere che erano solo rumore e inganno per le nostre identità confuse.
Erano draghi meccanici senza vita e senza amore; erano vuoti percorsi sempre uguali senza immaginazione nè passione.
E mentre li contemplavo la mia neutralità venne meno e caddi nei loro labirinti di specchi, travolto dal loro desiderio del nulla.
In un attimo precipitai nelle loro spire di vetro.
Quasi mi spezzarono in infiniti frammenti che erano tutte le vite che avevo avuto e tutti i fratelli e le sorelle che avevo conosciuto.
Allora un occhio piangente si presentò alla mia vista e ricostruendo tutte le scene del mio passato con amore mi curò e reintegrò.
Mi mostrò come mi avesse sempre osservato e seguito e protetto e incoraggiato in tutte le tappe della mia vita nonostante il dolore e i deserti senza vita.
Quella Presenza era Ovunque e aveva Occhi tutti intorno a me; non c'era stato spazio o tempo in cui non fosse stata presente.
Era la mia Arca, la mia astronave per la Vita Senza Fine.
Mi disse che tutto sarebbe andato bene e di coltivare sempre la Fede e la Speranza.
Poi come come una discreta fata notturna mi lascio alla alla mia umanità e al giungere del giorno.

lunedì 6 aprile 2009

Fractalic Oversoul




Noi possiamo pensare all'anima o a un'entità come a un computer vivo e cosciente, divinamente ispirato che programma la sua esistenza, ma questo computer è così largamente dotato di fantasia che ognuna delle varie personalità che Lui programma crea poi delle realtà assolutamente impensabili dallo stesso computer (estratto da Seth speaks Metaphysics of Counceling)”

La parola anima si riferisce a un concetto astratto dall'incerto e non univoco significato. L'uso e l'abuso di questo termine nel corso della storia del linguaggio ha prodotto una inevitabile diversificazione degli attributi ad esso riferiti provocando una sovrapposizione confusa e inestricabile di significati che ne rendono impossibile attualmente una descrizione unitaria e univoca. Solo una regressione all'analisi etimologica e poi storica della parola stessa attraverso uno studio minuzioso di come questo termine sia stato utilizzato in maniera pervadente e ricorrente, praticamente onnipresente, in tutta la cultura religiosa, filosofica, spirituale e psicologica ci permetterebbe forse di creare una cartografia, un complesso di insiemi di definizioni intersecantesi tali da illustrarci visivamente la varietà dei significati attribuiti a questo termine.
Nonostante un simile studio ci permetterebbe un'interessantissima analisi delle evoluzioni e dei capovolgimenti del pensiero umano che si sviluppano attraverso la comprensione soggettiva e quindi inevitabilmente distorta ma creatrice delle astrazioni, desidero, anche per rispondere alle domande di un amico poste su un altro blog, descrivere come soggettivamente intendo il concetto di anima.
Sorvolerò sul concetto di Anima in senso religioso e gnostico come un un ente immortale da purificare e da salvare che potremo facilmente identificare con la psiche; sorvolerò sul concetto di anima junghiana come elemento inconscio complementare dell'identità conscia del maschio, sorvolerò sul concetto di anime platoniche, galeniche etc. come energie, livelli di consapevolezza e disposizioni dell'individui etc,etc.
Le poche interpretazioni sopraelencate sono a mio avviso corrette e vere dal loro punto di prospettiva perchè si riferiscono a enti o dinamiche che hanno un effetto reale e documentabile sulla natura umana, ma rimangono, come tutte le teorie e i sistemi di pensiero, semplici cartografie adatte a catturare solo alcuni aspetti magari più o meno distorti dell'esperienza umana.
Mi propongo la stessa operazione: di suggerire un'altra cartografia sviluppatasi all'interno di un percorso di crescita e di stimolanti letture in cui ho riconosciuto e trovato descritto quanto personalmente vissuto e sperimentato; mi propongo in realtà di non creare una vera e propria mappa, necessariamente falsa, ma di suggerire delle possibili rappresentazioni dell'Anima.
In questa mappa identifico il concetto di Anima, sarebbe meglio usare il termine inglese di OverSoul cioè SovraAnima, con quello del Sé superiore inteso come Ente conglobante il sé piccolo e temporalizzato. Per usare un paragone vedantico potremmo riconoscerla nell'Atman fatto della stessa sostanza, identico eppure distinto dal Brahman perchè collegato in maniera particolare a una individualità in formazione o Ego
«Qualunque sia questa essenza sottile, tutto l'universo è costituito di essa, essa è la realtà di tutto, essa è l'atman. Quello sei tu ("Tat tvam Asi")» Chandogya Upanisad

Ciò che ci è soggettivamente permesso di sapere e percepire della Infinita Creazione di Dio si svela attraverso la scenografia prodotta da Anima.
Immaginate che Anima sia l'interfaccia con quanto vi circonda e la vostra capacità di comprenderlo.
Potremmo dire allora metaforicamente che Anima è una culla e una madre per l'ego umano, che è il campo di addestramento dove l'io ha scelto di cimentarsi e dove viene sottoposto a prove ed esperienze sapientemente curate e cronologicamente appuntate.
L' Anima è la spietata insegnante che non nega amare lezioni ai suoi alunni pur di farli crescere.

Per una più facile comprensione intuitiva di ciò che intendo per Anima devo ricorrere al concetto di di frattali e oloni. I frattali sono oggetti geometrici che si ripetono nella loro struttura allo stesso modo su scale diverse, ovvero che non cambiano aspetto anche se visti con una lente d'ingrandimento. Questa caratteristica è spesso chiamata auto-similarità (self-similarity).
Gli oloni sono una parte di un sistema complesso, che hanno una propria individualità, ma sono anche parte integrata di un sistema di ordine superiore che ha caratteristiche emergenti e creative non deducibili dalla semplice sommatoria degli oloni che lo compongono.
L'olone è composto da altri sotto-sistemi, che solitamente sono degli oloni anch'essi.
Immaginando di applicare il concetto di frattale e olone alla incredibile e inesauribile varietà dell'esperienza umana nella sua Totalità possiamo vagamente riferirci a ciò che è Anima: un livello superiore di struttura della realtà che trova però sempre nell'individuo il suo centro di osservazione.
Intendo con questo che l'Anima è indissolubilmente legata alla coscienza individuale: è quanto l'individuo ancora non sa di sapere di sé stesso o semplicemente non ricorda; è il riconoscimento di appartenenza a una propria identità più grande e complessa che probabilmente coinvolgente altre personalità, forse di altre vite o di altri spazi.
Essendo olone a un livello più alto della consapevolezza umana Anima possiede caratteristiche emergenti e nuovi gradi di libertà insospettabili all'obnubilata coscienza attuale.
Anima però interagisce con l'io in un mutuo scambio perchè quest'ultimo è colui che è deputato a ricamare, su un piano più elementare, attraverso il suo libero arbitrio e la sua propria autodeterminazione creativa le superfici di un disegno infinito e frattalico.
Se cresce l'uomo cresce anche l'Anima e così Dio salendo i gradini della Totalità, ma l'uomo ha bisogno di Anima e Dio per crescere e capirsi.
Nulla è scontato nell'Universo e i movimenti sono sempre spiraliformi e autoadattativi a feedback; la causa agisce sull'effetto che a sua volta ritorna sulla causa espandendola.

L'Anima è l'intermediaria ma anche il rappresentate momentaneo di Dio per l'essere umano. Il primo aspetto comprensibile della propria Divinità Interiore.
Per questo appare legata individualmente a ciascun io pur essendo un collettivo di individualità profondamente intrecciate.
Anima è l'Uomo che a un livello di coscienza superiore si è riconosciuto in tutto ciò che ha esplorato; è pertanto libera singolarità eppure anche una moltitudine; l'io può dialogare con Lei come con un'individualità sempre nuova e sfaccettata.
Dio è un diamante dalle infinite facce e Anima rappresenta le facce di Dio che la nostra individualità è momentaneamente in grado di riconoscere.
Se l'uomo cresce, così cresce la sua Anima cioè la luce che riesce a proiettare sul Mistero di Dio.
Anima ha bisogno del suo passato che è l'uomo così come quest'ultimo ha bisogno del suo futuro che è Anima.
Ma Anima esiste indipendentemente dall'uomo e lo genera perchè sto parlando di uno spazio atemporale dove il futuro è una realtà archetipalmente più antica e profonda della Realtà.
Le identità ritornano al futuro avvicinandosi alla Sorgente che è l'Origine in cui si soluzionano tutti i paradossi e le polarità; certamente con qualcosa in più e di necessario: la conoscenza dei limiti e della separazione, la conoscenza della polarità che non può essere espressa nell'Unità della Sorgente.
C'è necessità e libertà nella creazione; è tutto molto libero seppure supervisionato.
La creazione è un insieme infinito di sogni ben organizzati e olonicamente strutturati su frequenze differenti.
Anima è forse per dirla in termini musicali, l'ottava superiore dell'individuo.
E' un ente che si costruisce nel tempo attraverso le nostre scelte, eppure è un attrattore che già esiste e che ci modella nelle scelte stesse.
Ma è anche un collettivo come lo è l'individuo stesso quando si accorge delle sue profondità.
Perchè gli individui sono il frutto unico e libero degli ambienti in cui si sono sviluppati e quindi di per se stessi una moltitudine.
Capire l'altro è capire una parte di se stessi; non possiamo capire ciò che non com-prendiamo e man mano che ci capiamo il mondo stranamente si allarga e si stratifica invece di rimpicciolirsi.
E non c'è solo l'ambiente tridimensionale comprendente già un vastissimo milieu fisico,emozionale e mentale; ci sono ambienti onirici, imprinting incomprensibili, vissuti sepolti nell'inconscio eppure determinanti un'impronta unica nella psiche dell'individuo.
Tutti questi ambienti vissuti e riconosciuti strutturano l'io e sono il prodotto dell'attività creatrice e molteplice di Anima.

venerdì 3 aprile 2009

giovedì 2 aprile 2009

La Via Stretta



Il mio scopo è parlare di un Uomo di cui è già stato detto molto e che tutti siamo chiamati ad essere. Non parlo del cieco figlio del suo tempo, del frutto amaro di abitudini e meccanici convincimenti che si contempla nelle miserie della sue debolezze e di quanto gli è stato tramandato degli errori dei suoi antenati. Non parlo di morti che seppelliscono altri morti mentre vegetano un'esistenza priva di gioia e creatività. C'è una parte di noi senza gioia e senza libertà, frutto di illusioni, che inevitabilmente verrà lasciata indietro e separata dalla verità attraverso la mietitura e la distillazione alchemica.

Parlo dell'Uomo che è una moltitudine attorno a un nucleo abissale e indicibile.
Parlo dell'Uomo che sonda dolorosamente le trame del divenire e dell'assurdo svelarsi di sé stesso. Parlo di colui che non ha fissità alcuna e che pure è aperto a ogni sperimentazione e a ogni cartografia che il suo Daimon gli abbia fatto riconoscere come vera.
Parlo di quell'Uomo che si è riconosciuto nel mondo e che pure lo redime attraverso la sua Immaginazione e attraverso il convincimento che mai e poi mai sarà solo nel modo in cui ha inteso fin'ora.
Parlo di quella parte dell'Uomo che è ancora là da venire e che pure continua a soffiare impunemente la sua creatività attraverso la noia del vacuo ripetersi dei giorni.
Parlo di un Uomo Vivo che si muove o è trascinato da un punto alla fine della Storia che lo guida a nuove e continue rivelazioni fino a farlo diventare gravido di se stesso e del proprio stesso futuro.
Parlo di un Uomo in attesa che la Singolarità si presenti alla sua tridimensionale prospettiva per renderlo padre e madre dei suoi stessi nascosti genitori attraverso un doloroso ma entusiasmante travaglio.
Parlo dell'Uomo che avrà alzato i veli di sua Madre, la grande santa e prostituta e avrà sostenuto l'occhio di suo Padre morendo a se stesso.

Perchè le illusioni e gli autoinganni via via scompariranno e il nostro patetico tentativo di controllo attraverso i preconcetti e le prefigurazioni si dissolverà come un acquerello sciolto dal calore. E rimarremo vuoti e liberi con noi stessi nelle mani, storditi da un campo di incredibile potenzialità immaginativa.
E non importa se la Ruota Astrologica a cui siamo legati e appesi girerà sempre più rapida esaltandoci prima con sublimi illuminazioni per immergerci subito dopo in disincantate disperazioni e melmose acque senza riflessi. Non importa se fuori di noi osserveremo solo caos e devastazioni sobillate da forze oscure con facile presa sugli istinti di animalità non domate.
Per opposto è il segno che dentro qualcosa sta nascendo, che la pace e la comprensione sono possibilità emergenti appena dietro la porta, pronte a digerire le nostre più grandi angosce individuali e globali.
E' per quello che infuriano l'odio e la paura con strepiti e urla sempre più vistose; perchè un esodo sta avvenendo attraverso gli inganni delle colonne del tempio che hanno il volto gemello di un angelo e di un demone.
E' un passaggio attraverso deserti che spogliano l'anima e dove la morte giunge come l'ultima vestale che ci denuda delle residue illusioni.
E' una nascita attraverso un canale stretto e oscuro, fra speranze di salvezza e pressioni insostenibili. Si intravede una luce, una redenzione che però non è identificabile con nulla di conosciuto, nemmeno con una morale o una certezza qualsiasi.

Capite che sto forse inutilmente tentato di accennare alla Via Stretta?
Un raggiungimento dove si perde qualsiasi umano punto di riferimento, qualsiasi limite fra dentro e fuori, fra interiorità ed esteriorità, fra io e noi, fra immaginazione e realtà, fra tempo ed eternità, fra movimento e immobilità, fra piacere e dolore, fra giusto e sbagliato, fra buono e cattivo, fra divinità e umanità, fra vita e morte.
E questa via stretta che si appalesa in questo nostra nostra epoca contraddittoria non è rivolta al singolo ma è un richiamo per tutti quanti possono riconoscere il suo irresistibile richiamo d'amore, per tutti coloro che riescono a riconoscersi come il frutto di un collettivo profondamente intrecciato oltre alla illusioni della propria libera e bipolare individualità tridimensionale.
Le grandi figure del passato, coloro che già sono passati, che già sono saliti attraverso la Scala di Giacobbe sono ancora lì in attesa come le immagini residue di un oggetto fermo sull'Orizzonte degli eventi di un incomprensibile buco nero.
Perchè tutto si deve compiere e si compierà nell'attimo dell'Eternità, nell'attimo in cui questi messaggeri o archetipi del passato ci avranno traghettato collettivamente al di là della soglia.
Questo è ciò che ho visto e di cui sono stato testimone, questo è quanto parti più profonde di Noi stessi hanno fatto intendere a questa mente confusa e a questo fragile cuore.
La nascita di un Arca di Luce, un intero pianeta che ha soluzionato le polarità sciogliendole in una magnifica unità. Un faro di luce gettato su ogni luogo e su ogni tempo.
Come potrebbe altrimenti una qualsiasi società ambire a toccare le stelle?

"I remember once in a psilocybin trance I expressed concern about the state of the world and the nous spoke, the logos spoke, and it said "no big deal, this is what it's like when a species prepares to depart for the stars."
This is the, we are in the birth canal of a planetary birthing. And as you know, if you come upon a birth in
progress, you would never dream that this is the culmination of a natural process. It looks like a catastrophe of some sort. There is moaning and groaning and screaming and thrashing and blood is being shed and there is a feeling that the walls are closing in and yet it is inscripted into each of us as a microcosmic reflection of the completion of human history. And not only human history, because we are simply the hands and eyes of all life, all process on this planet."
(Terence McKenna)