giovedì 26 febbraio 2009

La Rete è un simulacro



La rete è un simulacro, un'immagine precognitiva di una connessione inter-individuale e collettiva appena abbozzata. Non è altro che la rappresentazione di silicio della profonda dimensione di interdipendenza e mutuo scambio di tutti i processi naturali che trovano nell'immagine della Madre Terra la loro rappresentazione unificante. L'uomo ancora non si rende conto che sta cercando, attraverso la creazione di questa noosfera tecnologica, di replicare su un altro livello il contatto profondo e avvolgente che lo lega al ciclo naturale della vita su questo pianeta. Un contatto da cui non può prescindere poiché è impresso nella suo stesso marchio biologico e nella semenza genetica che ha propagato attraverso i secoli. L'illusione è quella di poter dominare la terra non rendendosi conto di essere lui stesso programmato a livello genetico, dalla natura stessa, a fare quando ha inteso finora. Certo il libero arbitrio lo rende potenzialmente in grado di abortire il progetto e di marcire non permettendo di svilupparsi armoniosamente quale frutto maturo e pronto a dare nuovi semi con cui fecondare nuovamente il regno terrestre materno secondo una ciclicità ineluttabile.
Lo sviluppo di Internet non dimostra altro che l'esito di questa programmazione biologica, di questa necessità naturale di riprodurre a livello mentale e culturale una rete di connessione dove far riverberare memi e nuovi orizzonti conoscitivi ma non solo. La rete serve ad emozionarci, a commuoverci a farci arrabbiare attraverso scritti ed opere multimediali di individui che sempre più stanno riscoprendo la propria creatività e gioia procreatrice. Ma anche questo è uno strumento della Natura, intesa nella sua accezione più ampia, che non intende certo soffocare la libertà individuale ma intende rendere consapevoli le individualità della profonda necessità di un linguaggio comune che nello stesso tempo sia aperto a nuovi sviluppi e a nuove rielaborazioni.
Le paure di una rete soffocante, uniformante, rigidamente regolamentata ben rappresentate dalle immagini di termitai, delle fabbriche cinesi e giapponesi, o da pellicole cinematografiche (vedasi i Borg di Star Trek) manifestano il lato oscuro e potenzialmente ancora attuale di una rete gestita da una minoranza oligarchica,psicopatica e schizofrenicamente tecnocratica che non vede nell'altro la naturale espressione di un altro meraviglioso processo creativo da rispettare ma quale elemento da sfruttare secondo una struttura piramidale che risponde esclusivamente a logiche di potere e uniformalizzazione entropica.
Ma la Natura che pure suggerisce in noi tutte queste qualità sia positive che negative ci dimostra però che il suo fine ultimo è lo sviluppo di una creatività sempre maggiore e sempre più consapevole anche se non esita ad abortire i figli che non sono più in grado di connettersi al suo flusso dinamico perchè persi in paludi stagnati fatte di paure e controllo.
La Natura non si può controllare, si può al limite indirizzare, consapevoli però che sempre troverà la strada per giungere laddove era intenzionata anche se magari attraverso nuove forme ed espressioni che in un continuo ciclo spiraliforme la feconderanno nuovamente.
Così sarà anche per quel simulacro che è Internet.
Ciechi non ci rendiamo conto che lavoriamo sempre per Lei e anche nella nostra presunta superiorità tecnologica non facciamo che imitarla e reclamare la sua genitorialità sui nostri infantili successi.
Intanto stiamo riscoprendo la gioia dell'interconnessione, dell'essere in contatto con altri individui a noi simili con cui condividere non solo elaborati mentali aeriformi ma anche acquosi coinvolgimenti emotivi che ci rendono via via sempre più consapevoli dei nostri condizionamenti e di ciò che desideriamo come esseri umani ed entità biologiche connesse alla rete di Gaia.
Questo è solo l'inizio. Contemporaneamente e parallelamente allo sviluppo digitale, piccoli nuclei di individui stanno accedendo e riscoprendo altre forme di comunicazione che non hanno bisogno di fili ma che rimandano a un oscuro passato reso adesso presente.
La riscoperta del proprio lato intuitivo, reso attuale dalle considerazioni sulle potenzialità del nostro emisfero non dominante, permette comunicazioni empatiche e telepatiche che non dipendono da fonti energetiche né risentono della distanza. Sfortunatamente questo processo di sviluppo è appena agli inizi ma presto, se il frutto umano non marcirà, affiancherà la comunicazione digitale, più chiara e analitica nell'esprime i contenuti del pensiero ma meno coinvolgente e immediata.
Probabilmente un giorno i due fiumi saranno destinati a fondersi creando il miracolo della cosa Una e permettendo la creazione di un nuovo linguaggio multidimensionale e globale senza apparenti frontiere che non la propria naturale solare creatività.
Ma anche questo meraviglioso potenziale di sviluppo era prevedibile fin da quando emergemmo dal grembo panico in cui giacevamo inconsapevoli ma beatamente fusi con nostra Madre Terra.
Fortunatamente il cordone genetico non è mai stato veramente reciso e adesso, che stiamo uscendo da un ribelliosa e pericolosa adolescenza non ancora del tutto terminata, lei ci reclama quali amanti. Saremo abbastanza maturi da esserle compagni?


2 commenti:

Zret ha detto...

Carissimo Timor, non ardisco commentare le tue magnifiche riflessioni, ma preferisco formularti i miei più sinceri auguri per l'anabasi.

Ad maiora

Iniziato ha detto...

Timor, il cordone forse non è stato ancora reciso, ma siamo aggrappati ad un filo.