lunedì 30 marzo 2009

L'Osservatore



Per chi è la Storia? A chi si rivolge il continuo svelamento di immagini, tecniche, dinamiche che si presentano progressivamente sul palcoscenico del mondo.
Sono nato, come voi tutti, in un pianeta, in un determinato momento della sua Storia, a contemplare e a partecipare a una rappresentazione via via sempre più misteriosa che inevitabilmente parla di me, di noi, di quello che capiamo e riusciamo a trattenere, ognuno a suo modo, di quanto viene ad avvolgerci e cullarci.
Percepisco che sono indissolubilmente il frutto di un mondo che in qualche magico modo paradossale è li per servirmi e farmi conoscere me stesso mentre percorro le strade del tempo.
Come un novello alchimista vedo nella natura e nello svolgersi degli eventi uno specchio del mio riflettermi e rimango a tal punto sorpreso da domandarmi se non sia il mondo a venirmi incontro piuttosto che il contrario. Ma che differenza fa se ci riflettiamo l'uno nell'altro?
La mente come il mercurio si adatta al contenitore che la contiene e nello stesso tempo lo riflette con infiniti rimandi e prospettive.
Che abissale vertigine sentirsi così intrecciati con tutto ciò che si è percepito e conosciuto. E' possibile che sia tutte le bellezze e le meraviglie ma anche le atrocità e le perversioni di cui sono venuto a conoscenza? Potrebbe essere altrimenti? Avrei potuto desiderare non sapere cosa custodivo nella mia Psiche fusa con quella del mondo? Avrei potuto non conoscere qualcosa che la mia mente era predisposta a riconoscere?
E' una prospettiva invertiva rispetto all'usuale ma così ovvia e irresistibile.
Chi è il centro? L'osservatore o un ipotetico altro aggregato attorno a una credenza o una forte convinzione magari di natura riduzionistica? Siete venuti all'essere vicendevolmente con il mondo o credete che qualcun'altro abbia prodotto la vostra Coscienza, il vostro Esserci?
Possibile, ma veramente non me ne sono accorto. Mi sembra invece di essere un processo in cui tutto quanto da fuori mi venga svelato faccia parte di me nei suoi aspetti positivi come in quelli negativi.
E come potrei capirmi e selezionarmi se non vivessi questa polarità?
Ancora gli alchimisti dicevano in un loro motto “Lege, Relege, Ora, Laborat et Inveniet” e questo è terribilmente vero se voglio conoscermi e riconoscermi nelle cose che studio e che metto sotto verifica.
Forse sto solo impregnando di psichismo e simboli una realtà vuota e meccanica eppure è da molto che non credo ai corpi come biglie rotanti prive di scopo che rimbalzano una contro l'altra. E' successo quando mi sono accorto che le biglie non sarebbero esistite se non ci fossi stato ad immaginarle e astrarle.
E' successo quando la mia mente si è spostata dai come ai perchè e gli oggetti hanno perso la loro finta neutralità iniziando a colorarsi dei miei stessi demoni e angeli. Forse stavo proiettando ma la realtà improvvisamente è diventata ben strana non più confinata a una mera spazialità; e comunque da dove proveniva i filtri di quella proiezione e come erano finiti davanti ai miei occhi? Non li avevano forse tutti? Non era evidente dal modo con cui parlavano o si nascondevano nel silenzio che le stesse forze psichiche agivano continuamente anche sugli altri pur inconsapevolmente?
E così in un cascata di perchè e domande ho cercato di cambiare lenti e occhiali ritrovando sempre la mi identità ad osservare, riconoscere, accettare, eliminare, selezionare, turbandomi magari quando pensavo di aver trovato la risposta definitiva, un sistema chiuso, un'ideologia che per quanto seducente voleva fissare la realtà in un nuovo palloso sistema di biglie.
Riconosco questa mia non-verità e questo mio apparente relativismo. Perchè le verità sono per il momento anche se sanno di eternità, perchè è nel momento che le capisco e le riconosco, è nel momento che mi sono utili alla comprensione e poi diventano solo zavorre quando una nuova luce si avvicina proponendomi una nuova possibilità. Mi muoverò certo in spirale negando quanto prima affermato e voluto per poi magari riprenderlo; ma sono sincero e ogni volta mi sento carico di un acquisizione in più riaccogliendo in un senso più grande quanto prima era stato negato. Perchè avrei ferito me stesso se avessi creduto a una sola storia, a una sola verità magari desiderando uccidere tutte le altre. Avrei ucciso la mia immaginazione che permette a fatti diversi di esistere nello stesso spazio, di essere referenti per simboli che non hanno una singola univocità.
Eppure perchè una verità sia tale dev'essere necessariamente utile e questa è la sua misura. Ma anche l'utilità è figlia del tempo e del personale divenire; pertanto le mie verità sono solo compagne di giochi, sirene che mi invitano a camminare e che una volta raggiunte devo lasciare pur avendole terribilmente amate.

6 commenti:

Zret ha detto...

Carissimo Timor, traducendo il tuo ethos in pathos in questa riflessione sulla/e verità, per sincronismo, oggi ho scritto: "Nessuna certezza ci guida: il prezzo di chi non accetta verità preconfezionate, fossero pure cristalline e credibili, è altissimo. Questo prezzo è il dubbio, simile ad una lama rigirata in una ferita".

Davvero le tue profonde prospettive mi trovano consonante.

Bellissima anche l'immagine.

Ciao

anto-az ha detto...

Mercurio è tornato alla torre sul lago incantato...
ben tornato amico mio!

Timor ha detto...

@Zret non posso che vibrare con questo tuo commento.
Sapere di essere stato inteso e corrisposto nel sentire rafforza la mia volontà di dire e condividere.

Eppure questa totale e dolorosa apertura al dubbio e all'incertezza ci apre infiniti spazi e un'etica vertiginosa che pochi seppero indicare, molti meno percorrere senza incappare nelle ire dei mercanti

Danziamo in catene liberamente e con leggiadria

Ciao e grazie

anto-az ha detto...

è possibile che sia stato mal compreso?

forse si ma,gli errori si commettono con i veri amici.
credimi è servito molto a me.

ti voglio bene timor.

Timor ha detto...

Anto-az in cosa sei stato mal compreso?

Alle volte sei troppo sintetico per non essere criptico ;-)

Fammi sapere

Ciao

Elixam ha detto...

poesia...