martedì 3 marzo 2009

Ricordi


Da dove proviene quel sottile senso di identità che ci definisce contro le moltitudini e i nostri Io passati? Com'è stato tracciato quel disegno pennellato di piccoli gesti e grandi doni offerti dal nostro vivere che ci tortura come un cappio e che ci abbellisce come una coreografia? Lo abbiamo deciso o siamo stati sedotti ad avere un passato che potesse creare un Universo di relazioni in cui portare Ordine e Gioco?
Affiorano ricordi, per alcuni banali, per me terribilmente preziosi. Che importa? In fondo sono dolcissimi amici che mi tengono compagnia e che mi sorprendono quando leggo o penso di altro. Arrivano così silenziosi e imprevisti, lasciandomi per un attimo sospeso in un'immobilità tremante con tutti i miei sensi in ascolto e le mani improvvisamente aperte a parabola. Mi entrano dentro davvero come ospiti desiderati ma inattesi; e mi scuotono il capo come un pugile sorpreso scoperto dal sinistro dell'avversario. Qualcuno mi porta un'emozione, altri visioni e presagi passati, altri mi fanno abbracciare e farmi i complimenti. Tutti mi scuotono e richiedono la mia gratitudine anche quelli dove ho ferito e sono stato ricambiato, anche quelli che a volte non ho il coraggio di guardare.
Non li cambierei per nulla al mondo ma li condividerei volentieri con coloro che amo. Perchè è un miracolo che io sia esistito e che abbia collezionato, scavando nel tempo, simili gioielli. E non sono i fatti in se stessi, quello che è avvenuto con precisione che mi interessa, è piuttosto il riconoscere di esserci stato, di esser stato presente a rubare, ancora una volta, un altro pezzetto di meraviglia sottratto al Nulla.
A volte mi domando se siano poi veramente miei questi frammenti o se Qualcuno li abbia innestati per farmi credere a una temporalità troppo fragile per resistere alla Verità. Quel Qualcuno sembra insistere affinchè mi mantenga in questo gioco di rete, in questo tessuto d'amore dove riconosco volti, fatti e processi. Allora mi rispondo che non saprei dove andare se mi scollegassi, se non partecipassi più a questo Tutto meraviglioso.
Alcuni dicono che siamo nati da donna ma il mio Io ha il sospetto di nascere continuamente in ogni riconoscimento del mondo. Ah è quello! E con gli occhi puntati dono un nome agli oggetti e ai pensieri e li riconosco come complici del mio piccolo Eden.
Eppure non sono mai nato e non riesco a risalire all'Origine della mia Presenza. E mentre cerco in silenzio di accogliere le mie profondità giungono voci e visioni sfumate di altri luoghi e di altri me che non appartengono a ciò che ho conosciuto in questo tempo di uomo.
Ero un piccolo torrente e adesso sono un fiume di flussi intrecciati sgorgati dalle nebbie del primo mattino.
Che paradosso esser stati più di se stessi in un tempo in cui non si era ancora.

3 commenti:

Zret ha detto...

Magnifico!

paolo ha detto...

Complimenti per la bellissima pagina intrisa di poesia, espressione di un Sè al diapason, all'apice della Gnosi.

Elixam ha detto...

come ti capisco!!